Masaccio

San Giovanni Valdarno, 1401 - Roma, 1428

Masaccio, vero nome Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, è stato uno dei tre padri del Rinascimento, con Donatello e Brunelleschi.

Era a Firenze quando, in pittura, l’unica novità era rappresentata dal gotico internazionale. Fu proprio lui ad avviare la rinascita, con una rivisitazione della sintesi volumetrica di Giotto tramite la potenza plastica di Donatello e le prospettive del Brunelleschi, inserendo figure, architetture e paesaggi vivissimi e realistici, modellati attraverso il chiaroscuro.

Non ci sono documenti che testimoniano l’apprendistato di Masaccio in bottega. Forse imparò le prime tecniche dal nonno o presso il cognato, unico pittore accreditato della sua città.

Probabilmente giunse a Firenze nel 1418, seguendo sua madre che si era risposata dopo la morte del padre. Nel 1422 si iscrisse all’Arte dei Medici e Speziali, primo documento di contatto con la pittura.

Il Trittico di San Giovenale del 1422 è la prima opera attribuita con sicurezza all’artista. L’opera, conservata nel Museo Masaccio a Cascia di Reggello, è la più antica testimonianza di distacco dal gotico internazionale, con adozione delle prime novità rinascimentali: prospettiva e fisicità scultorea dei soggetti.

Dal 1424 circa, Masaccio Iniziò a collaborare con Masolino da Panicale, con cui condusse attività di bottega.

Tra il 1423 e il 1425, i due realizzarono il Trittico Carnesecchi per Santa Maria Maggiore a Firenze. Dell’opera sono rimasti il San Giuliano di Masolino e le Storie di San Giuliano, di Masaccio, presso il Museo Horne di Firenze.

L’iscrizione di Masaccio alla Compagnia di San Luca avvenne nel 1424. In quell’anno eseguì, con Masolino, la pala d’altare Sant’Anna Metterza per Sant’Ambrogio a Firenze, oggi agli Uffizi. Masolino dipinse l’immagine della santa, Masaccio quella della Madonna col Bambino e dell’angelo reggicortina. La Madonna dell’Umiltà è dello stesso periodo.

Nel 1424 ai due artisti fu commissionata la decorazione della Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze, completata da Filippino Lippi alcuni anni dopo, nella quale Masaccio e Masolino eseguirono affreschi come il Battesimo dei Neofiti e il Pagamento del TributoVasari racconta che, nella stessa chiesa, Masaccio dipinse anche un perduto San Paolo.

Nel 1425, quando aveva già una sua bottega, iniziò La Sagra, affresco nella chiesa del Carmine completato nel 1427, oggi perduto. Secondo Vasari, l’opera conteneva dei ritratti «dal vero» anche di artisti come Brunelleschi, Donatello e Masolino, in linea con la nuova concezione introdotta dall’Umanesimo sul ruolo dell’artista, che da artigiano diventò intellettuale.

Al 1426 risale il Polittico di Pisa per la chiesa di Santa Maria del Carmine. Il dipinto fu smembrato in varie parti e sparso in diversi luoghi: Berlino custodisce l’Adorazione dei Magi, il Santo carmelitano barbuto, il Santo carmelitano imberbeSant’AgostinoSan Girolamo, e le Storie di San Giuliano e San Nicola; la Crocifissione si trova al Museo Capodimonte di Napoli; Los Angeles conserva Sant’AndreaSan Paolo è rimasto a Pisa, presso il Museo di San Matteo.

Successivamente Masaccio ricevette commissioni private, come il Desco da Parto, oggi a Berlino, e la Madonna Casini degli Uffizi.

Tra il 1426 e il 1428 eseguì la Trinità in Santa Maria Novella, opera in cui emerge l’influenza di Brunelleschi, che per alcuni ha dato un vero contributo al progetto.

Nel 1428 Masaccio doveva trovarsi a Roma, dove produsse alcuni affreschi della cappella di Santa Caterina nella basilica di San Clemente. Collaborò anche con Masolino nella realizzazione del Polittico di Santa Maria Maggiore, con i Santi Girolamo e Giovanni Battista, oggi a Londra, anche se alcuni collocano l’opera nel 1423, forse prodotta in occasione del giubileo.

Masaccio morì a Roma nel 1428, a soli ventisette anni. La sepoltura definitiva avvenne molti anni dopo, nel 1443, nella chiesa del Carmine a Firenze, nel punto oggi indicato da due epigrammi.

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