Il Rinascimento

Il Rinascimento a Firenze

Firenze è considerata la città madre del Rinascimento. Il nuovo linguaggio figurativo e la diversa visione dell’azione dell’uomo nel mondo si svilupparono proprio dall’umanesimo fiorentino sin dal XIV secolo, con personaggi come Francesco Petrarca o Coluccio Salutati.

Negli ultimi decenni del 1300 e nei primi del 1400 iniziò a Firenze una fase di rinnovamento culturale e scientifico, che traeva ispirazione dai classici greci e romani, nel quale il tema centrale diventò l’uomo, non più Dio. Esempi lampanti sono, appunto, il Canzoniere di Petrarca e il Decameron di Boccaccio.

Agli inizi del 1400 gli artisti fiorentini si trovarono a dover scegliere tra due scelte stilistiche principali: aderire al consolidato stile gotico internazionale o orientarsi verso il nuovo recupero dei modi classici. Ogni artista scelse, più o meno consapevolmente, una delle due strade, ma a prevalere, con l’andar del tempo, fu la seconda.

La “rinascita”, così venne chiamata dal Vasari la nuova tendenza al recupero dei modi degli antichi, ebbe una diffusione e una continuità incredibilmente ampia, dando il via ad una nuova percezione dell’uomo e del mondo, nella quale il singolo individuo aveva facoltà di esprimere i propri talenti e capacità, fino a dominare la “sorte” e governare la natura.

La vita delle persone cambiò in maniera significativa grazie al nuovo pensiero rinascimentale, che diede grande valore alla dialettica, al confronto e alla condivisione di opinioni e pensieri differenti.

Non bisogna però immaginare un’avanzata trionfante del Rinascimento come sostituto di una cultura in via di sparizione: il tardo gotico fu un linguaggio ben vivo fino all’ultimo, che convisse per lungo tempo con il nascente linguaggio rinascimentale. In alcuni paesi ebbe un successo che durò ben oltre il XV secolo, e nella stessa Firenze la nuova proposta stilistica fu, inizialmente, un’alternativa minore, con scarso seguito per circa vent’anni.

Agli inizi del XV secolo, infatti, a Firenze prevaleva ancora il gotico internazionale e le novità proposte da maestri come Brunelleschi, Donatello e Masaccio, erano una tendenza di secondo piano e in larga parte incompresa.

Poco dopo però, il Rinascimento diventò lo stile d’espressione artistica più apprezzato, e iniziò a espandersi alle altre corti italiane e, in seguito, europee.

Nella sua prima fase, il Rinascimento fiorentino si diffuse in maniera vivace fino al 1470 circa, grazie a Cosimo de’ Medici, e in parte al figlio, Piero il Gottoso, che adottarono un modello di gestione del potere cittadino non evidente, indiretto, e caratterizzato dall’interesse nel bene pubblico e nell’abbellimento di Firenze.

La seconda fase, contraddistinta da un’organizzazione più intellettualistica delle conquiste del primo Rinascimento, ebbe luogo durante il governo di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, dal 1470 al 1492, anno della sua morte.

La terza fase fu influenzata dalla dottrina del frate Girolamo Savonarola, che condizionò profondamente gran parte degli artisti fiorentini, inducendoli a rivedere le loro scelte stilistiche.

L’ultima fase, detta Rinascimento Maturo, si colloca nel periodo del crepuscolo della Repubblica Fiorentina, entro il 1520, e vide la concomitante presenza in città di tre geni assoluti che influenzarono in maniera definitiva le generazioni successive: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio.


Chi si cimenta con uomini da nulla, non riporta una grande vittoria.
Michelangelo


È male far fare servilmente agli altri quel che possiamo far da noi con nobile arte.
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