Il Rinascimento: Il Rinascimento a Roma

La Fine del Rinascimento Romano

Nel novembre 1523 Giulio de’ Medici fu eletto Papa col nome di Clemente VII, in carica fino al 1534. Fu l’ultimo Papa prima del sacco di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527, e riprese i lavori ai palazzi pontifici dando continuità all’opera dello zio Leone X.

Una delle prime azioni di Clemente VII fu la ripresa delle decorazioni nelle Stanze Vaticane, con la Sala di Costantino. Prima di morire, Raffaello era riuscito solamente disegnare il programma generale e i cartoni per le prime due scene, circostanza che rese vana la richiesta di Sebastiano del Piombo di occuparsi delle decorazioni, richiesta appoggiata da Michelangelo.

Furono, infatti, gli allievi di Raffaello, in particolare Giulio Romano e Giovanni Battista Penni, ad assumere una posizione più rilevante nell’assegnazione delle commesse di completamento delle opere del defunto maestro.

Tra i vari allievi di Raffaello, fu soprattutto Giulio Romano a essere considerato il vero “erede” del maestro. Già nel 1521, con la Lapidazione di santo Stefano conservata nell’omonima chiesa a Genova, Romano aveva cercato la fusione tra gli stili monumentali di Raffaello e Sebastiano del Piombo. Libero da impegni con il Papa, nel 1524 Romano partì per Mantova, ponendo termine alla sua supremazia artistica nel panorama romano.

Dopo la morte di Raffaello, Sebastiano del Piombo diventò il più importante ritrattista di Roma.

Il clima artistico sotto Clemente VII assunse sempre più interesse verso l’archeologia, sviluppando un vero e proprio gusto “archeologico”, l’antico diventò una moda e influenzò le decorazioni, attraverso la ricerca di oggetti antichi e la ripresa di motivi. La pittura diventò sempre più ricercata ed elegante.

L’eleganza formale divenne quasi imprescindibile e giovani artisti, come Parmigianino e Rosso Fiorentino, incontrarono il gusto dei committenti più all’avanguardia. Per questi artisti il naturalismo delle forme, la consistenza geometrica e spaziale e la verosimiglianza non erano poi così importanti.

Nasceva così il Manierismo, del quale fu un esempio lampante il vigoroso Cristo morto compianto da quattro angeli del Rosso che, su ispirazione stilistica michelangiolesca, giunse a un’estenuata sensualità del corpo di Cristo, dove soltanto i simboli sparsi qua e là esprimevano il significato religioso dell’opera, impedendo di darle una connotazione legata al mondo classico pagano.

Nel 1527 la catastrofe del sacco di Roma pose fine a quest’epoca di grande fermento culturale e cosmopolita. Il sacco fu rovinoso per Roma da ogni punto di vista: politico, civile, filosofico e religioso. Anche sul piano artistico la situazione diventò problematica, registrando una diaspora degli artisti in tutte le direzioni, che ebbe però il merito di diffondere i modi della scuola romana rinascimentale.


L'arte non può mai uguagliare la ricchezza della natura.
Giacomo Leopardi


Non si po' aver ragione né minor signoria che quella di se medesimo.
<