Il Rinascimento: La filosofia rinascimentale

Poliedricità

La trasformazione dei metalli in oro tramite la pietra filosofale fa parte della visione evoluzionista che caratterizzò i maggiori filosofi neoplatonici, i quali ritenevano che il creato, corrotto dal peccato originale, tendesse a ritornare verso la perfezione divina originaria.

Per i pensatori dell’epoca, l’uomo tendeva al divino come i metalli tendevano all’oro, lo status di maggior purezza nella loro famiglia. Contemporaneamente si provava a compiere il percorso inverso, come, ad esempio, far rinascere una pianta dalle sue ceneri o fabbricare sinteticamente l’uomo (l’homunculus), senza percorrere le vie della natura.

Oltre all’alchimia, infatti, ebbero rinnovata importanza anche altre pratiche, come la chiromanzia, la numerologia, la matematica, la medicina e l’anatomia.

Un esempio fu Cusano, che tentò di raggiungere la quadratura del cerchio tramite tentativi matematici e di geometria, oppure Niccolò Fontana, detto Tartaglia, con la sua soluzione delle equazioni di terzo grado o con il suo celebre Triangolo di Tartaglia.

Nel Rinascimento la matematica era sorella della numerologia, che tendeva a interpretare la realtà in chiave simbolica rifacendosi a correnti neopitagoriche, esoteriche e cabalistiche. Anche la teologia, la filosofia e le altre scienze venivano collegate tra loro, allo scopo di inserirle in un unicum che potesse inglobarle tutte.

In definitiva, i filosofi rinascimentali cercavano  un sapere unitario, organico e coerente, che potesse raccordare tutte le discipline e le conoscenze umane, al fine di individuare la molteplicità nell’unità, la diversità nell’identità, la varietà nella totalità, lo stesso obiettivo che sarà perseguito dagli idealisti romantici di qualche secolo dopo.

La poliedricità dei pensatori rinascimentali fu incarnata alla perfezione da uno dei più grandi geni di tutti i tempi, Leonardo da Vinci. Leonardo si occupò di quasi tutte le discipline del sapere in ambito fisico, matematico e scientifico, ma anche in quelle artistiche come pittura, scultura e musica, introducendo innovazioni, scoperte e intuizioni che saranno sviluppate secoli dopo.


L'arte non prescinde dal tempo per esprimere semplicemente lo spirito della Storia universale, bensì è connessa al ruolo delle mode e a tutti gli ambiti del gusto.
Gillo Dorfles


Che il segreto dell'arte sia qui? Ricordare come l'opera si è vista in uno stato di sogno, ridirla come si è vista, cercare soprattutto di ricordare. Ché forse tutto l'inventare è ricordare.
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