Andrea Mantegna nacque nel 1431 in provincia di Padova e fu un grande pittore e incisore del Rinascimento. Iniziò la sua carriera artistica presso Francesco Squarcione, pittore e collezionista d’arte padovano.
L’ambiente della sua formazione fu ricco di stimoli culturali, i quali gli diedero ottime basi su cui sviluppare un nuovo linguaggio, influenzato fortemente dalle novità degli artisti rinascimentali Toscani, soprattutto Donatello.
L’opera di Mantegna è caratterizzata da riferimenti costanti al mondo classico, attenzione che ha sempre mantenuto ed ha evoluto grazie anche agli stretti contatti con importanti umanisti e letterati dell’epoca, come Felice Feliciano e Giovanni Marcanova.
Uno dei suoi primi lavori fu la decorazione della cappella Ovetari, nella chiesa degli Eremitani a Padova, in collaborazione con Nicolò Pizzolo, Giovanni D’Alemagna e Antonio Vivarini. Iniziati nel 1448, a causa di divergenze stilistiche e della morte di alcuni tra gli artisti coinvolti i lavori furono interrotti.
Tra il 1449 e il 1452 soggiornò in diverse occasioni a Ferrara, dove realizzò l’Adorazione dei Pastori ed ebbe occasione di vedere le opere di Rogier van der Weyden e di Piero della Francesca.
A Padova, nel 1452, Mantegna eseguì la decorazione della lunetta sul portale della basilica del Santo.
A partire dal 1453, riprese da solo i lavori nella cappella Ovetari, sospesi pochi anni prima, completandola con una serie di affreschi tra i quali il Serafino e il Martirio e trasporto del corpo decapitato di San Cristoforo, opera caratterizzata da uno stile e un impianto compositivo più evoluti che riescono a esprimere un’intensa carica drammatica.
Tra il 1453 e il 1454 Mantegna realizzò, su commissione dei monaci di Santa Giustina, il polittico di San Luca, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera, e dipinse la Sant’Eufemia per l’altare maggiore di Sant’Antonio a Padova, oggi custodita nel Museo di Capodimonte a Napoli.
L’Orazione nell’orto e la Presentazione al Tempio sono dipinti del 1455, opere caratterizzate dall’uso di tonalità e colori caldi e da una morbida plasticità, rispettivamente a Londra e a Berlino. Le due opere mostrano similitudini con gli omonimi quadri di Giovanni Bellini, del quale Mantegna era cognato avendone sposato la sorella Nicolosia nel 1453.
Nel 1456 Mantegna soggiornò per un periodo a Venezia, dove realizzò dei cartoni per il mosaico della cappella Mascoli in San Marco. A Venezia aveva intensi rapporti con gli artisti locali, specie con quelli della bottega di Jacopo Bellini, suo suocero.
Tra il 1457 e il 1458 realizzò la Pala di San Zeno per la basilica di Verona e il primo di tre San Sebastiano, oggi conservato a Vienna.
Tra il 1458 e il 1460 Mantegna realizza alcuni affreschi, presso residenze private, oggi andati persi che, però, ha forse ripreso in alcune incisioni successive.