Antonio Del Pollaiolo

Firenze, 1431 circa - Roma, 1498

Il Pollaiolo, al secolo Antonio di Iacopo d’Antonio Benci, nacque a Firenze intorno al 1431, prese il nome dall’attività di famiglia.

Fu orafo, scultore, pittore e incisore, e lavorò molto insieme al fratello Piero, che lo aiutò soprattutto nella pittura. La sua caratteristica principale fu l’esaltazione del movimento.

A differenza di DonatelloBotticelli e Leonardo, il Pollaiolo era quasi per nulla interessato all’aspetto morale e “affettivo” delle arti. Per sua inclinazione, era indifferente a ogni sottigliezza psicologica, alla quale preferiva i moti più violenti e rudi. Il suo senso plastico era stimolato soltanto dall’impressione di movimento, dalle forze in azione. Nel modellare le figure, il Pollaiolo cercava i contorni, componendoli in linee fortemente significanti: il moto, la vita, la struttura dei corpi.

Nelle sue opere il Pollaiolo evidenzia il rilievo, lo coglie e lo svela energicamente, come fece con l’Adamo, della raccolta degli Uffizi, o con l’incisione della Battaglia di dieci Uomini Nudi, oggi a Cleveland.

Il Pollaiolo si formò anche come orafo, campo in cui raggiunse grande fama e nel quale praticò ogni tecnica. Del 1457 è, infatti, la sua partecipazione alla cesellatura della Croce del Tesoro di San Giovanni, oggi al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.

La ricostruzione dell’opera pittorica del Pollaiolo è stata eseguita tramite riferimenti storici e stilistici, in base alla sua produzione documentata, ma persistono dubbi di attribuzione con il fratello Piero.

Tra il 1466 e il 1468 realizzò la Pala del Cardinale del Portogallo nell’omonima cappella in San Miniato al Monte.

Per la cappella Pucci, presso l’Annunziata, realizzò nel 1475 la pala con il Martirio di San Sebastiano, ma alcuni la attribuiscono al fratello Piero.

Per il prezioso corredo liturgico di Santa Maria del Fiore, realizzato tra il 1466 e il 1480 e oggi custodito nel Museo dell’Opera del Duomo, il Pollaiolo fornì i cartoni con le storie di San Giovanni Battista.

Intorno al 1470 il Pollaiolo realizzò e i dipinti di Ercole e Deianira e di Apollo e Dafne, quest’ultimo in dubbio se eseguito dal fratello Piero o in collaborazione con lo stesso.

Nel 1475 realizzò due quadri per Piero de’ Medici, con Ercole e l’idra ed Ercole e Anteo, entrambi agli Uffizi.

Sempre introno al 1475 realizzò il Crocifisso di sughero per San Lorenzo a Firenze, la Croce di San Gaggio in metallo, oggi al Museo del Bargello, e il bronzetto di Ercole e Anteo, anch’esso al Bargello.

Nel 1484 il Pollaiolo, seguito dal fratello Piero, si recò a Roma e realizzò il monumento funebre di Sisto IV, opera in bronzo di alta qualità conservata al Museo del Tesoro di San Pietro in Vaticano.

In seguito realizzò anche il monumento funebre di Innocenzo VIII nella Basilica di San Pietro in Vaticano, nel quale esaltò la figura del papa benedicente, rifacendosi in parte agli elementi iconografici del monumento di Sisto IV.

Antonio del Pollaiolo morì nel febbraio del 1498 a Roma, dove venne sepolto. La tomba di Antonio e Piero del Pollaiolo, sovrastata da un loro affresco, si trova nella Basilica di San Pietro in Vincoli.

Tra i dipinti attribuiti al Pollaiolo, sono particolarmente interessanti il gruppo di profili femminili e l’Assunzione di Santa Maria Maddalena, o Maria Egiziaca, del 1460, conservata presso il Museo del Pollaiolo a Staggia Senese.

Tra le sculture minori si annoverano alcune statuette di bronzo, come un busto di giovane in marmo, detto Machiavelli, oggi al Museo del Bargello, i putti della Lupa capitolina, conservati ai Musei Capitolini, e un Ercole conservato a New York.

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