Il Rinascimento: Il Rinascimento a Roma

Seconda Metà del 1400

Dal 1458 al 1464 governò a Roma Pio II, il Papa umanista. Durante il primo anno del suo pontificato, Piero della Francesca dipinse degli affreschi nel Palazzo Vaticano, distrutti nel 1500 dalla realizzazione della Stanza della Segnatura di Raffaello.

Pio II investì molto nella ricostruzione di Corsignano, suo paese d’origine in provincia di Siena successivamente chiamato Pienza proprio in suo onore, ma ebbe modo di commissionare anche opere importanti a Roma, come il progetto di rinnovo della Platea Sancti Petri antistante alla basilica vaticana.

In questo periodo sorse il problema della conservazione dei monumenti classici. Pio II lo affrontò emanando, nel 1562, la bolla “Cum almam nostra urbem in sua dignitate e splendori conservare cupiamus”, che proibiva a chiunque di danneggiare gli antichi edifici pubblici.

L’operato del successore di Pio II, Paolo II papa dal 1464 al 1471, fu apparentemente ostile agli umanisti, almeno a coloro i quali mostravano deviazioni poco cristiane. Nel suo breve pontificato abolì diverse organizzazioni e uffici, anche culturali, ma non impedì il processo di ricerca di un linguaggio rinascimentale comune, in continuo rapporto con l’antico.

Paolo II fu anche il committente della Loggia delle Benedizioni nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, progettata forse da Leon Battista Alberti su modelli di architetture antiche che anticipavano l’arte del Bramantecostruita con materiale preso dal Colosseo.

Sisto IV, successore di Paolo II dal 1471 al 1484, riprese i progetti di rinascita avviati da Niccolò V. Si circondò d’importanti umanisti, tra cui Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, per i quali arricchì e migliorò la Biblioteca Vaticana. Invitò a Roma Josquin des Prez per la sua musica e chiese a Regiomontano di riorganizzare per la prima volta il Calendario Giuliano.

Appena dopo la sua elezione restituì il Campidoglio al popolo romano, gesto d’importante valore simbolico, al cui interno fece porre bronzi e rilievi antichi per tramandare la memoria imperiale.

Durante il suo pontificato, Melozzo da Forlì fu nominato Pictor Papalis e affrescò, per Giuliano della Rovere, l’abside della basilica dei Santi Apostoli con l’Ascensione tra Apostoli e Angeli musicanti, primo esempio consapevole di tecnica “sottinsù”.

Melozzo realizzò anche l’affresco Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana, originariamente presso la biblioteca stessa e oggi nella Pinacoteca Vaticana, nel quale il Papa è ritratto tra i suoi nipoti in una sfarzosa architettura classicheggiante.

Tra le commissioni di Sisto IV troviamo il Ponte Sisto, inaugurato in occasione del Giubileo del 1475 per agevolare il flusso dei pellegrini in San Pietro. Allo stesso scopo aprì la nuova Via Sistina, l’odierno Borgo Sant’Angelo, e commissionò la ricostruzione di San Vitale e della Cappella Palatina, meglio nota come Cappella Sistina.

Antonio del Pollaiolo si occupò del suo monumento funebre in bronzo, posto nella Basilica di San Pietro.

Il pontificato del suo successore, Innocenzo VIII, dal 1484 al 1492, segnò il ritorno al gusto classicista del primo periodo delle scoperte dei resti antichi, diventati motivo di attrazione per una variegata moltitudine di artisti.

Nel 1487 il Papa chiese a Francesco II Gonzaga l’invio a Roma di Andrea Mantegna, famoso per i Trionfi di Cesare e considerato il principale interprete dello stile classico. Nel 1490 il padovano Mantegna realizzò dei perduti affreschi nella cappella del Belvedere.


L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità.
Ugo Foscolo


L'arte non è l'applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l'istinto e il cervello elabora dietro ogni canone. Quando si ama una donna non si comincia sicuramente a misurarle gli arti.
<