Veneziano

Venezia, 1410 - Firenze, 1461

Domenico di Bartolomeo, detto Veneziano, nacque a Venezia nel 1410 e fu uno dei pittori fondamentali per il panorama artistico del Rinascimento fiorentino.

In merito alla sua formazione si sa molto poco. Forse iniziò a Venezia, dove venne a contatto con l’arte fiamminga, e nel 1422 – 1423 fu allievo di Gentile da Fabriano, dal quale acquisì il gusto per la rappresentazione del lusso e l’attenzione ai dettagli naturalistici. A Roma lavorò con Pisanello, ma venne anche a contatto con artisti importanti come Masolino da Panicale e, forse, Masaccio.

I suoi primi interventi artistici avvennero a Firenze a partire dal 1430 circa, dove realizzò la Madonna Berenson a Settignano, la Madonna del Roseto, oggi a Bucarest, e il Tabernacolo Carnesecchi, del quale restano alcune parti conservate a Londra.

Nel 1439 collaborò alle perdute decorazioni nella chiesa di Sant’Egidio, alle quali lavorarono anche Piero della Francesca e Andrea del Castagno. Allo stesso periodo risale l’Adorazione dei Magi, dove si avverte in maniera chiara l’influenza dello stile di Pisanello, decisamente rivisto dai caratteri fiorentini di prospettiva e paesaggio.

Tra il 1445 e il 1448 Veneziano esegue la sua opera più importante: si tratta della Pala di Santa Lucia de’ Magnoli, oggi agli Uffizi, la quale si distingue per la luminosità dei colori e il particolare senso della luce, mentre la plasticità delle figure rimanda allo stile di Masaccio. Alcune parti della pala sono conservate all’estero, come il San Francesco riceve le stigmate e il San Giovanni Battista nel deserto, conservate a Washington, l’Annunciazione e il Miracolo di San Zanobi di Cambridge, e il Martirio di santa Lucia di Berlino.

Domenico fu un artista importante e molto influente per gli stili e le opere degli artisti a lui successivi, come Piero della Francesca. Dal Veneziano, inoltre, prese avvio la tendenza lineare, comune ad artisti del calibro di Andrea del Castagno e dei fratelli Pollaiolo.

Le ultime opere realizzate da Veneziano sono andate quasi tutte perdute, ad eccezione della Madonna col Bambino di Washington, e delle figure di San Giovanni Battista e San Francesco in Santa Croce a Firenze.

Documenti ufficiali dell’epoca lo annoverano tra gli artisti chiamati a giudicare i lavori di altri colleghi, come Filippo Lippi, a testimonianza dell’influenza che aveva raggiunto nel panorama artistico fiorentino.

Domenico Veneziano morì a Firenze nel 1461 in circostanze ignote. Vasari racconta che fu ucciso da Andrea del Castagno, suo fraterno amico ma anche invidioso rivale. Tuttavia, le date di morte dei due artisti, registrate nei documenti ufficiali ritrovati, smentiscono tale ipotesi in quanto il Castagno morì quattro anni prima.

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