La visione della politica cambiò in maniera radicale durante Umanesimo e Rinascimento.
I sofisti per primi teorizzarono l’agire morale e politico dell’uomo come essere naturale, ragionando sull’ambiente nel quale l’uomo stesso vive, cioè la città e lo stato.
Da un punto di vista filosofico, la storia umana venne vista come ciclica, una serie di eventi che ricorrono ciclicamente come nella storia della natura.
Niccolò Machiavelli teorizzò per primo l’approccio naturalistico all’analisi dei fatti storico-politici dell’uomo e della realtà della natura umana.
Da qui nasce l’innovazione del pensiero di Machiavelli e, con lui, la nuova scienza della politica.
Machiavelli considera l’uomo per il suo essere naturale e non per il suo dover essere morale. Questa è la base su cui poggia la logica naturale della sua visione politica, nella quale considera la realtà per quello che è, non per quello che si vorrebbe che fosse.
In altre parole, è inutile coltivare l’illusione di poter cambiare la condizione umana, piuttosto occorre capirla per come si presenta e cercare di adattarsi ad essa, in modo pragmatico, per raggiungere uno scopo.
Il Principe, l’opera più nota di Machiavelli,incarna appieno l’immagine dell’individualismo rinascimentale. Al Principe spetta il dovere di utilizzare opportunamente le sue capacità di essere volpe e leone, da considerare non in senso metaforico ma come vere caratteristiche naturali, necessarie per controllare gli uomini e il popolo, che amano la libertà come tutti gli esseri della natura e accettano malvolentieri l’imposizione di restrizioni alla loro egoistica e istintiva autonomia.
Il Principe di Machiavelli non può fermarsi difronte a considerazioni di tipo morale o religioso poiché deve condurre la sua azione in modo spregiudicato e determinato, al fine di mettere ordine nel caos che caratterizza la situazione politica italiana del Cinquecento.
Il pensiero di Machiavelli sulle scelte dell’uomo politico moderno è radicalmente diverso da quello dei sovrani del Medioevo, i quali dovevano mostrare virtù per poter governare in nome e per grazia di Dio, dovendo rispondere alle leggi divine.
Nei personaggi del Rinascimento vi furono anche uomini che incarnarono la visione machiavelliana del Principe, come Cesare Borgia, il Duca di Valentino, che usò astuzia, ferocia e determinazione per sedare le rivolte dei signori locali, ottenendo la pace e la gratitudine del popolo.