Il Rinascimento: Il Rinascimento a Roma

Prima Metà del 1400

Il concilio di Basilea, indetto da Martino V nel 1430, aveva definitivamente riaffermato l’assetto monarchico della chiesa ed escluso la possibilità delle tesi conciliariste.

Il successore di Martino V, Eugenio IV, Papa dal 1431 al 1447, fu un grande viaggiatore e uomo di cultura, informato sulle novità artistiche di Firenze e delle altre città, e chiamò svariati artisti di fama a decorare Roma.

In questo contesto di relativa tranquillità, nel quale era stato temporaneamente ricucito anche il secolare Scisma d’Oriente, si svolsero i lavori di ripristino nelle basiliche romane.

Intorno al 1440 venne chiamato l’umanista Filarete, il quale nel 1445 terminò i battenti bronzei di San Pietro, opera in cui si comincia a notare un gusto antiquario legato alle rovine della Roma antica.

Sempre in quegli anni si registrano altre significative presenze. Tra le più importanti, vi fu l’attività del francese Jean Fouquet, a dimostrazione dell’interesse della corte romana per la pittura fiamminga e nordeuropea. Anche l’attività di Beato Angelico ebbe il suo peso, l’artista iniziò un ciclo di affreschi nella basilica di San Pietro, oggi distrutto.

Intorno al 1445 il poliedrico artista genovese Leon Battista Alberti produsse il trattato Descriptio Urbis Romae, in cui progettava una riorganizzazione razionale urbana intorno al Campidoglio.

La breve durata del pontificato di Eugenio IV non gli premise l’attuazione dei suoi progetti ma, grazie al suo operato, Roma iniziò a diventare un importante luogo d’incontro e di confronto tra artisti di diversa provenienza, che si sarebbe ben presto trasformato in uno stile comune, definibile, per la prima volta, “stile romano”.

Niccolò V, Papa dal 1447 al 1455 successore di Eugenio IV, diede un senso organico alle trasformazioni sporadiche dei predecessori, preparando il terreno per l’ambizioso piano di riassetto della città. Il piano si basava su cinque punti fondamentali:

  • Ampliamento dell’area di San Pietro
  • Sistemazione o, dove necessario, riedificazione delle quaranta chiese della città
  • Ricostruzione delle mura difensive dell’Urbe
  • Ristrutturazione del Palazzo Vaticano
  • Ripristino e sistemazione del Borgo

Lo scopo era ottenere una cittadella religiosa sul colle Vaticano, separata dalla città laica che aveva il suo fulcro attorno al Campidoglio.

Il progetto era inserito a pieno titolo in un disegno più ampio, che si proponeva l’esaltazione della potenza della Chiesa dimostrando in maniera indubitabile il legame tra la Roma cristiana e la Roma imperiale.

Niccolò V ripristinò le mura dell’Urbe e avviò la realizzazione di un nuovo acquedotto, ma non riuscì a terminare l’intero progetto di restauro della città, a causa della brevità del suo pontificato. Tuttavia, riuscì con successo a realizzare l’incontro di vari artisti con stili diversi, per lo più toscani e lombardi, accomunati dall’interesse per l’antico e per i resti classici, passione condivisa che conferì una certa omogeneità ai loro lavori.


Nissuna umana investigazione si pò dimandare vera scienzia s'essa non passa per le matematiche dimostrazioni, e se tu dirai che le scienzie, che principiano e finiscono nella mente, abbiano verità, questo non si concede, ma si niega, per molte ragioni, e prima, che in tali discorsi mentali non accade esperienzia, sanza la quale nulla dà di sé certezza.
Leonardo da Vinci


Si attribuisce all'opera d'arte la virtù che nasce in noi stessi, di modo che diventa molto grave il pericolo per il critico, il quale non creda alla infallibilità delle teorie estetiche e delle tradizioni del'arte, né presti troppa fede alle compassate sentenze del raziocinio.
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