Il Rinascimento

La medicina nel Rinascimento

Per molti studiosi medioevali, una scoperta scientifica poteva essere fatta prevalentemente attraverso la ricerca nei testi classici di argomenti o fatti sfuggiti ai ricercatori antichi, più che di scienza si trattava di ricerche filologiche.

Col Rinascimento, invece, si inaugurò una grande epoca di ricerche scientifiche che riguardarono anche la Medicina e, in particolare, l’anatomia, ossia l’osservazione e lo studio del corpo umano.

Uno dei primi e più illustri anatomisti fu Leonardo da Vinci, il quale pubblicò un enorme catalogo d’illustrazioni, basate sulla dissezione di circa trenta cadaveri, e sviluppò la prima classificazione delle infermità mentali. Le osservazioni di Leonardo evidenziarono molti errori anatomici e fisiologici negli studi di Galeno, famoso medico della Roma antica.

Altro anatomista rinascimentale fu Vesalio, che realizzò due importanti pubblicazioni di trattati e immagini, in parte ancora vicine all’anatomia di Galeno, considerate basilari per l’anatomia moderna. In una, in particolare, la descrizione delle cavità del cuore è quasi un preludio alla grande scoperta medica dell’epoca, la circolazione polmonare, successivamente sviluppata e completata da due grandi medici rinascimentali quali Michele Serveto e Matteo Realdo Colombo.

Sempre in questa fase prende corpo lo studio critico della teoria ippocratica degli umori di Paracelso, con la sua opera sul liquido sinoviale. Paracelso si opponeva all’influenza degli studi scolastici poiché prediligeva la sperimentazione, ritenendo che il vero insegnamento stava nell’osservazione dell’esperienza, nella conoscenza della natura e dei suoi segreti.

A Paracelso si deve anche il rinnovato interesse sia per il concetto di autoguarigione, che vede la natura in grado di auto-guarire le malattie tramite piccoli aiuti, sia per il valore dell’anamnesi, ossia per l’ascolto del paziente. Tuttavia, l’uso terapico che fece di antimonio, arsenico e di altre sostanze, impedisce di considerarlo un vero naturopata, anche se i suoi studi erboristici furono precursori della medicina omeopatica.

Uno dei motivi che, probabilmente, diede impulso agli studi medici durante il Rinascimento fu il verificarsi di molte epidemie come lebbra, tubercolosi, scabbia, carbonchio e tifo. Le due principali furono la Peste nera, che falcidiò circa venti milioni di europei, e la Sifilide, che ebbe la massima propagazione a Napoli nel 1495 durante l’assedio dell’esercito francese di Carlo VIII, volutamente diffusa tra i difensori assediati da prostitute francesi.

Il Rinascimento diede il via anche ad altre branche della medicina. Lo spagnolo Vives gettò le basi della psicologia, il fiammingo van Helmont avviò i primi studi di biochimica e l’italiano Antonio Benivieni fu il pioniere dell’anatomia patologica.


Come fiamma più cresce più contesa dal vento, ogni virtù, che il cielo esalta, tanto più splende quant'è più offesa.
Michelangelo


L'arte vola attorno alla verità, ma con una volontà ben precisa di non bruciarsi.
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