Masolino da Panicale, vero nome Tommaso di Cristoforo Fini, è stato un pittore italiano a cavallo tra Gotico e Rinascimento, famoso anche per l’intensa collaborazione con Masaccio.
Negli ultimi anni di vita Masolino svolse una fondamentale opera di divulgazione delle novità della pittura rinascimentale in zone fortemente legate alla tradizione gotica, divulgazione paragonabile a quella svolta da Lorenzo Ghiberti per la scultura o da Michelozzo per l’architettura.
Fino al trasferimento a Firenze del 1422, Masolino non lascia molte tracce. Il luogo di Nascita è dubbio, si è indecisi tra Panicale in Valdelsa, fonte Vasari, e Panicale ai Renacci presso San Giovanni Valdarno. Anche gli anni della formazione sono nebulosi, forse inizia intorno al 1400 con un apprendistato da Gherardo Starnina, poi da Lorenzo Ghiberti.
Nel 1422 Masolino si trasferì a Firenze, dove realizzò la Madonna dell’Umiltà, oggi agli Uffizi, caratterizzata da chiare influenze di stile gotico.
Nel 1423 si iscrisse all’Arte dei Medici Speziali. Lo stesso anno dipinse la Madonna col Bambino, opera conservata a Brema che presenta alcune parti caratterizzate dalla plasticità tipica del Rinascimento, anche se è ancora legata allo stile tardo gotico.
Nel 1424 Masolino fu a Empoli, dove compose un grande ciclo di affreschi nella chiesa di Santo Stefano, oggi in gran parte perduti, e dove dipinse la Pietà, affresco staccato e conservato al Museo della Collegiata di Empoli.
Le belle opere realizzate procurarono a Masolino nuove commissioni. Forse per questo avviò la collaborazione con il giovane e quasi sconosciuto Masaccio, futuro padre del Rinascimento, che rivoluzionò la pittura, anche quella dello stesso Masolino.
Il Trittico Carnesecchi, nell’omonima cappella in Santa Maria Maggiore a Firenze, sancì l’inizio della fruttuosa collaborazione tra i due artisti, che nel 1424 eseguirono anche la pala d’altare Sant’Anna Metterza, oggi agli Uffizi.
Forse nello stesso periodo i due artisti realizzarono a Roma la Pala Colonna, sebbene molti la collocano al 1428, poco prima della morte di Masaccio. La Pala, destinata all’altare di Santa Maria Maggiore, è oggi conservata in vari musei a Londra, Philadelphia e Roma. Anche il Museo Capodimonte di Napoli ne custodisce una parte, la famosa Fondazione, nella quale alcuni vogliono vedere dei dischi volanti dipinti nelle nuvole.
Nel 1425 i due artisti iniziarono la decorazione della Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine a Firenze, interrotta dalla partenza di Masolino per l’Ungheria e completata anni dopo da Filippino Lippi. L’unica memoria del viaggio in Ungheria lasciata da Masolino è il Paesaggio Ungherese che dipinse nel 1435 a Castiglione Olona, primo caso in Italia di rappresentazione a grandi dimensioni di un paesaggio a se stante.
Nel 1427 Masolino rientrò in Italia e riprese la collaborazione con Masaccio.
Nel 1428 i due artisti andarono a Roma, forse per la già citata Pala Colonna. Dato che Masaccio morì improvvisamente nell’estate di quell’anno, per molti l’opera è datata 1423, ben prima della sua scomparsa.
Tra il 1428 e il 1435 Masolino affrescò, per il cardinale Branda Castiglione, la Cappella di Santa Caterina d’Alessandria nella basilica di San Clemente, forse con parziali interventi inziali di Masaccio.
Dal 1435 Masolino viaggiò molto e aprì la strada al Rinascimento nel nord dell’Italia. Soggiornò anche a Castiglione Olona, vicino Varese, dove affrescò Palazzo Branda con il Paesaggio Ungherese, e decorò la Collegiata e il Battistero, nel quale spicca la scena del Banchetto di Erode.
Dopo gli affreschi di Castiglione Olona, le tracce di Masolino da Panicale si perdono. Morì in una data imprecisata tra il 1436 e il 1440, probabilmente a Firenze.