Fra Bartolomeo

Soffignano, 1472 - Pian del Mugnone, 1517

Bartolomeo di Paolo di Jacopo, meglio conosciuto come Fra Bartolomeo, nacque nel 1472 vicino a Prato, ma si trasferì dal 1478 a Firenze, presso Porta di San Pier Gattolini, da cui venne chiamato anche Baccio della Porta.

Pittore rinascimentale, assorbì gli influssi del Ghirlandaio e di Leonardo, quest’ultimo soprattutto per la tecnica del chiaroscuro. Ciò risulta evidente nella sua prima opera datata, l’Annunciazione di Volterra del 1495.

Proveniente da una famiglia umile, figlio di un carrettiere, Fra Bartolomeo iniziò l’apprendistato artistico nella bottega di Cosimo Rosselli, suo primo maestro.

Si sa poco in merito al suo primo periodo di attività, poiché coincise con l’egemonia culturale e religiosa del Savonarola della fine del Quattrocento. Probabilmente già prima del 1494 collaborava con Mariotto Albertinelli, ma Bartolomeo, fortemente influenzato dalle prediche del frate domenicano, distrusse molte delle sue opere.

Tra le opere superstiti del periodo 1490 – 1500 citiamo l’affresco del Giudizio universale di Santa Maria Nuova, custodito nel Museo di San Marco a Firenze, la Madonna col Bambino e San Giovannino, oggi a New York, il Tabernacolo del Pugliese, oggi agli Uffizi, e la Minerva di Parigi.

Nel luglio del 1500 entrò a far parte dell’ordine domenicano e dal 1501 si trasferì e lavorò nel convento di San Marco a Firenze, dove si trovò di nuovo a collaborare con l’Albertinelli e poi con Fra Paolino.

L’Apparizione della Vergine a san Bernardo, oggi agli Uffizi, è un’importante opera di questo periodo. Le due pale nella pinacoteca di Lucca sono invece più tarde, eseguite nel 1508 dopo un breve soggiorno a Venezia che fu molto importante per il suo stile.

Altre opere fiorentine sono la Sacra Conversazione Cambi nella chiesa di San Marco, il Compianto sul Cristo morto, oggi nella Galleria Palatina, la Pala del Gran Consiglio, nel Museo di San Marco, e il Matrimonio mistico di Santa Caterina da Siena, custodito a Parigi.

In queste opere Fra Bartolomeo raggiunge l’apice della sua arte, con la creazione di un suo stile, sintesi di tutte le influenze ricevute da altri artisti come LeonardoPerugino e Raffaello, quest’ultimo a sua volta influenzato dall’equilibrio e dalla monumentalità compositiva di Bartolomeo.

Nel 1514 Fra Bartolomeo soggiornò per un periodo a Roma, dove perfezionò ulteriormente il suo stile, assumendo una maniera enfatica e un colorito duro e cangiante. Le opere di questa fase sono i dipinti di Giobbe e di Isaia, nella Galleria dell’Accademia di Firenze, e la Presentazione al Tempio, oggi a Vienna.

Particolarmente belli e interessanti sono i suoi tanti disegni, conservati a Parigi, Monaco, Londra e nella Galleria dei disegni degli Uffizi a Firenze.

Negli ultimi anni di vita Fra Bartolomeo ritrovò l’equilibrio stilistico che aveva abbandonato nelle ultime opere, come mostrano il Salvator Mundi con i quattro Evangelisti e il San Marco, entrambe al Pitti. L’ultima opera realizzata fu l’affresco del Noli me tangere presso il convento di Pian del Mugnone.

Fra Bartolomeo morì nel 1517 a Pian del Mugnone, Fiesole. Venne sepolto dai suoi confratelli in San Marco a Firenze.

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