Melozzo da Forlì, vero nome Melozzo di Giuliano degli Ambrosi, fu il principale artista della scuola forlivese, attivo in pittura e architettura.
Le notizie sulla sua formazione sono poche, viene indicato allievo di Baldassarre Carrari il Vecchio, artista giottesco, ma fu certamente influenzato dal fervore artistico dell’epoca a Forlì.
Il suo stile si ispira a Mantegna per la prospettiva e a Piero della Francesca per le figure monumentali; fu anche tra i primi ad utilizzare con successo tecniche complicate come lo scorcio o il sottinsù. I colori limpidi e la luce pulita dei suoi dipinti sono vicini a quelli dei “pittori di luce” fiorentini.
La prima opera nota di Melozzo è del 1464, quando soggiornò a Roma e affrescò la basilica di San Marco con San Marco Papa e San Marco Evangelista. Forse collaborò anche con Antoniazzo Romano nella realizzazione dell’affresco della cappella Bessarione, nella basilica dei Santi Apostoli.
Nel 1465 Melozzo si trasferì a Urbino per dieci anni, dove fu allievo di Piero della Francesca, da cui apprese la monumentalità delle figure. Perfezionò la tecnica della prospettiva alla corte del duca di Montefeltro, dove forse realizzò alcuni dei ritratti di uomini illustri nello studiolo del duca. È certamente sua la tavola del Salvator Mundi, così come lo sono la Vergine annunciata e l’Angelo annunciante, dipinti tra il 1466 e il 1470, oggi agli Uffizi.
Melozzo tornò a Roma nel 1475 e fu nominato Pictor Papalis da Sisto IV, titolo prestigioso che lo rese influente nella pittura contemporanea e in quella successiva.
Nel 1477 produsse l’affresco con Sisto IV nomina il Platina Prefetto della Biblioteca Vaticana, testimonianza dell’interesse per lo scorcio architettonico e per l’effetto illusionistico ottenuto tramite l’integrazione tra figure e architetture. Lo stesso anno progettò il palazzo Altemps di Roma su commissione di Girolamo Riario, per il quale ideò altri palazzi a Imola e Palazzo Riario a Forlì.
Nel 1478 Melozzo fu anche tra i fondatori dell’Università dei Pittori, Miniatori e Ricamatori, successivamente chiamata Accademia di San Luca.
Sempre a Roma, nel 1480 affrescò l’Ascensione di Cristo nella chiesa dei Santi Apostoli, dove dipinse i famosi Angeli Musicanti. Realizzò anche l’Annunciazione del Pantheon, e gli affreschi Dottori della Chiesa in Santa Francesca Romana. Inoltre, collaborò con Andrea Bregno alla realizzazione del Monumento del cardinale Giovanni Diego de Coca, a Santa Maria sopra Minerva.
Nel 1481 Melozzo soggiornò nuovamente ad Urbino dove, secondo alcuni critici, dipinse il ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo, oggi alla Galleria Nazionale delle Marche.
Nel 1484, alla morte di Sisto IV, soggiornò a Loreto, dove realizzò l’affresco della cupola della Sagrestia di San Marco, presso la basilica della Santa Casa di Loreto.
Nel 1489 Melozzo, nuovamente a Roma, realizzò il mosaico della Cappella di Sant’Elena di Santa Croce in Gerusalemme, di chiara influenza bizantina.
Ad Ancona, nel 1493, eseguì la decorazione di alcuni soffitti del Palazzo Comunale, oggi persi.
Tornato a Forlì, affrescò la Cappella Feo della chiesa di San Biagio con Marco Palmezzano, suo discepolo, anch’essa perduta, e realizzò il Pestapepe, da alcuni attribuito a Francesco del Cossa, conservato nella Pinacoteca civica di Forlì.
Nel 1494 Melozzo morì a Forlì, fu sepolto nella chiesa della Santissima Trinità.