Dopo Firenze, Roma può essere considerata a tutti gli effetti la seconda patria del Rinascimento, quella che ha portato il nuovo movimento artistico alla sua massima evoluzione.
Grazie alle notevoli capacità economiche della corte papale, e ai suoi legami, anche di parentela, con i grandi mecenati fiorentini, Roma ha ospitato geni immortali come Michelangelo e Raffaello, che ne hanno impreziosito il già ricco patrimonio artistico con capolavori assoluti, come il Giudizio Universale, la Pietà Vaticana e le Stanze del Vaticano, lasciando un segno indelebile nella cultura figurativa occidentale.
La produzione artistica romana si basò quasi sempre su artisti non locali, Roma era un terreno fertile che offriva agli artisti forestieri una possibilità di confronto in cui esercitare le proprie ambizioni e capacità, ricevendo spesso incarichi di grande importanza e molto ben pagati.
La fase rinascimentale più intensa di Roma è stata quella dagli anni ’40 del 1400 fino alla prima metà del 1500. Analizzando i viaggi romani di Donatello e Brunelleschi agli inizi del 1400, volti allo studio dell’arte della città antica, si può anche affermare che Roma abbia contribuito in maniera fondamentale proprio all’avvio dell’epoca rinascimentale fiorentina, grazie all’immenso tesoro artistico culturale lasciato dall’età classica.
Il 1300, secolo precedente a quello della rinascita, non fu florido per la città di Roma e la sua Chiesa. L’assenza dei papi da Roma, dovuta alla cattività avignonese, segnò negativamente anche la sua produzione artistica, e la città in quel periodo raggiunse i minimi storici in quanto a popolazione e sicurezza.
Il rientro della sede papale diede nuovo slancio alla città, che iniziò proprio con un rafforzamento degli aspetti dottrinali e politici del pontefice.
Gregorio XI tornò a Roma nel 1377, la città era in una situazione di caos dovuto alle lotte di potere tra nobili e popolo. In questa, fase la Chiesa aveva perso ogni ruolo effettivo di governo e manteneva solo un apparente controllo, più formale che reale.
Un anno dopo il suo rientro a Roma, Gregorio XI morì. I quarant’anni successivi, durante i quali si susseguirono quattro pontefici, furono di totale instabilità sia a livello locale sia internazionale, caratterizzati dallo scontro tra potere laico e potere religioso e dallo Scisma d’Occidente, che contrappose i papi romani agli antipapi di Avignone.
A conclusione dello Scisma d’Occidente fu eletto papa Martino V, proveniente dalla potente famiglia romana dei Colonna, il quale riportò la città all’ordine e pose solide basi per la rinascita politica e culturale di Roma.