Il Rinascimento: La filosofia rinascimentale

Il Pensiero Scientifico

Il pensiero scientifico fu fortemente influenzato dal Neoplatonismo, a sua volta totalmente legato all’azione divina. Il nuovo pensiero filosofico fu decisivo nell’anticipare quella visione di armonia dell’universo che ritroviamo nella rivoluzione scientifica di Copernico, Keplero e Galilei.

Nella visione neoplatonica, l’ordine del cosmo è retto da Dio, che lo governa mediante un atto d’amore. Secondo questa concezione, l’universo poggia su un ordine geometrico armonico, strutturato in maniera concentrica, che s’irradia in ogni sua parte.

L’universo, però, non è statico giacché è animato da un equilibrio dinamico, rappresentato dalle figure del cerchio e della sfera, massima sintesi dell’equilibrio tra forze centrifughe e centripete.

La visione neoplatonica dell’universo è, quindi, d’insieme, strutturata, geometrica e unitaria, e le leggi che ne regolano le dinamiche sono animate dall’amore di Dio.

L’astrologia rinascimentale individua anche una similitudine strutturale tra la mente dell’uomo e l’universo, quindi tra la ragione umana e quella della natura, poiché figlie della stessa intelligenza divina che le ha create.

Dal neoplatonismo riprese forza anche l’alchimia, grazie all’influenza di scritti e autori arabi che avevano agevolato la ripresa di contatto con la tradizione alchemica greca già nel basso Medioevo.

L’alchimia aveva lo scopo di operare nel campo delle forze naturali, e fu progenitrice della chimica moderna. Si fondava sulla cosiddetta “magia bianca”, e consisteva nello studio e nell’uso sperimentale delle sostanze elementari. L’alchimista si muoveva similmente a un chimico, studiando e catalogando le proprietà delle sostanze con metodo, usando fornelli e alambicchi per mischiare i vari elementi e ottenere nuovi composti.

A differenza dei moderni chimici, però, il fine ultimo dell’alchimista era trovare la pietra filosofale, dalla quale trarre tre proprietà fondamentali: l’Immortalità, tramite un rimedio universale per qualsiasi malanno; l’onniscienza, cioè la coscienza del passato, del futuro, del bene, del male; la possibilità di tramutare i metalli in oro.

Dall’ultima proprietà della pietra filosofale, forse meno nobile delle altre ma di grande impatto sull’immaginario popolare, derivava il grande potere di arricchimento degli alchimisti, che però dovevano usarlo esclusivamente a scopi umanitari, essendo costretti a sviluppare un senso morale parallelo all’elaborazione della pietra, condizione indispensabile per la riuscita del loro operare.

La pietra filosofale non era semplicemente un oggetto immaginario e fiabesco: l’oro era utilizzato come catalizzatore nelle reazioni chimiche ed era apprezzato sin dall’antichità, essendo l’unico metallo in grado di restare inalterato nel tempo.


L'arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
Oscar Wilde


L'artista deve fare in modo che la posterità creda ch'egli non abbia vissuto.
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