Il Rinascimento

La prospettiva

Il problema prospettico fu il fattore più significativo del Quattrocento fiorentino e italiano in generale, diventato praticamente il simbolo della stagione.

La prospettiva è, in estrema sostanza, un sistema per rappresentare un ambiente tridimensionale su di una superficie piana, e permette di raffigurare oggetti, personaggi e paesaggi con le reciproche posizioni e distanze che hanno, o avrebbero, nello spazio reale a tre dimensioni.

Filippo Brunelleschi, forse il principale artefice della nuova prospettiva lineare centrica, partì dalle nozioni della scienza ottica medievale per definire una tecnica replicabile, basata su regole matematiche e geometriche, per raffigurare virtualmente e fedelmente l’ambiente reale. Immaginò un nuovo concetto dello spazio, infinito, continuo e preesistente alle figure che lo occupano.

Brunelleschi mise per la prima volta in pratica la sua teoria con dei disegni su delle tavolette, purtroppo smarrite ma a noi note grazie alla descrizione di Leon Battista Alberti.

Una delle due tavolette raffigurava il Battistero di Firenze osservato da Santa Maria del Fiore. Per rendere l’effetto prospettico, occorreva guardare, tramite un foro sulla tavoletta, l’immagine della tavoletta stessa riflessa su uno specchio. Lo specchio doveva avere l’identica forma della tavoletta, e andava posto alla giusta distanza in modo da contenerla tutta.

Con questo sistema era possibile calcolare le distanze con l’edificio, tramite l’uso della geometria e della matematica, e ottenere le giuste dimensioni e proporzioni da utilizzare nella rappresentazione che si voleva eseguire, inserendo anche oggetti e personaggi. Anche il punto di vista dell’osservatore veniva automaticamente inserito al centro della rappresentazione, ottenendo la riproduzione virtuale dello spazio reale.

Semplificando un po’, il sistema si basava sul fatto che le rette parallele convergevano verso il punto di fuga, con il punto di vista che coincideva con il centro della composizione. Definendo il punto di vista e la distanza, divenne possibile stabilire oggettivamente, con calcoli matematici e tramite tecniche grafiche di facile applicazione, le proporzioni tra le distanze e le dimensioni delle figure rappresentate.

La fortuna del metodo di Brunelleschi fu, in parte, dovuta alla facilità di applicazione, che non implicava nozioni di geometria o matematica troppo approfondite. Il metodo di Brunelleschi fu, infatti, acquisito dalle botteghe con grande semplicità ed elasticità.

Il fatto di essere basata su regole matematiche e geometriche, rese la prospettiva lineare centrica particolarmente adatta alla nuova mentalità dell’uomo del Rinascimento, che poteva applicarla secondo scelte e idee soggettive, senza costrizioni se non quelle dei calcoli da compiere.


Grato m'è 'l sonno e più l'esser di sasso.
Michelangelo


Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.
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