Il Rinascimento

Il tramonto del Rinascimento

Dopo la morte di Lorenzo de’ Medici nel 1492, si ebbe una prima crisi del Rinascimento fiorentino risolta con l’ascesa al potere di Girolamo Savonarola, il frate che diede inizio a un processo di rinnovamento del fervore e della tradizione religiosa che proseguì ben oltre la sua esecuzione al rogo del 1498.

In seguito, il Rinascimento ebbe la sua definitiva fase di declino in concomitanza con quello politico ed economico che attraversò l’Italia nella prima metà del 1500, quando vennero meno quelle energie creative e quei sostegni finanziari che gli avevano dato lo slancio iniziale e che furono la sua forza.

Le vicende politiche dell’Italia crearono caos e in certezza, facendo vacillare la fede nella capacità dell’individuo e favorendo il ritorno della superstizione, dell’attesa dell’aiuto divino e del senso d’instabilità ed ineluttabilità. Anche il pensiero politico rifiutò la logica chiara e lineare tipica di Machiavelli.

Durante il XVI secolo il Tasso raccontò il ritorno del tormento dell’uomo, di nuovo prigioniero dell’angoscia del peccato e dell’immoralità: prendeva piede il soffocante stato d’animo della Controriforma.

Bertrand Russell e altri studiosi hanno collocato la fine del Rinascimento al 6 maggio 1527, quando le truppe spagnole e tedesche furono protagoniste del Sacco di Roma.

Per la maggior parte degli storici dell’arte e della letteratura, il passaggio dal Rinascimento al Manierismo avviene in Italia tra gli anni venti e gli anni cinquanta del Cinquecento, mentre nella musica la fine del movimento di rinnovazione è collocata più avanti, intorno al 1600.

Altri identificano la fine del Rinascimento con la morte di Michelangelo, suo ultimo grande protagonista.

Dal Rinascimento prese vita il Manierismo, da molti visto come vera e propria parte finale del Rinascimento stesso, che esportò in tutta Europa la maniera creativa dei grandi maestri italiani.


L'arte ha bisogno o di solitudine, o di miseria, o di passione. È un fiore di roccia che richiede il vento aspro e il terreno rude.
Alexandre Dumas padre


La natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in isperienzia.
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