L’approccio scientifico e metodologico rinascimentale favorì anche l’organizzazione della medicina e delle professioni ad essa collegate.
Le malattie furono suddivise in due tipologie: quelle “interne” venivano trattate dal medico-fisico, e quelle “esterne” erano appannaggio del chirurgo. Anche le strutture ospedaliere si organizzarono, creando ospedali maggiori per malati guaribili ed ospedali minori per malati cronici, cioè non guaribili.
Allo stesso modo si formarono svariate figure impegnate in ambito medico-sanitario, più o meno professionali e spesso in contrasto tra loro, suddivise in curatori regolari e curatori irregolari.
Tra i curatori regolari c’era il medico laureato, ossia il medico ufficiale che aveva svolto un percorso di studi nelle università, consolidando una preparazione accademica basata su logica, retorica e cultura classica. Altro curatore regolare era lo speziale-farmacista, ossia il venditore di spezie e sostanze medicanti, normalmente titolare di una bottega. Infine c’era il barbiere-chirurgo, incaricato di prendersi cura della parte esterna del corpo umano, occupandosi di salassi, della cura di tumori cutanei e, cosa poco medica, della cura della barba.
Nel gruppo dei curatori irregolari, normalmente non legati a botteghe o studi ma itineranti, vi erano lo stufarolo, incaricato di eseguire bagni caldi alle persone, il cavadenti, antenato dell’attuale dentista, il fabbricatore di cinte per ernie, l’unico ad avere una bottega, e il ciarlatano. Quest’ultima categoria, nota per via del significato dispregiativo assunto dal nome in tempi moderni, era in diretta concorrenza con i medici laureati e operava generalmente nel mondo dello spettacolo, occupandosi di persone e animali.
L’unica attività sanitaria svolta dalle donne era quella di levatrice, curatrice irregolare che, oltre ad occuparsi del parto, si prendeva cura di tutto ciò che riguardava la sessualità femminile.
Tutte le professioni sanitarie potevano essere svolte dopo un percorso di apprendistato, mentre il medico laureato doveva, appunto, completare un percorso di studi accademici.