Il Rinascimento: Il Rinascimento a Roma

Passaggio dal XV al XVI secolo

L’ultimo Papa del XV secolo fu Alessandro VI della famiglia Borgia, originario di Valencia, in carica dal 1492 al 1503. Pinturicchio fu l’interprete principale del gusto di questo Papa: ornato, sovraccarico ed esuberante, di chiara ispirazione catalana, denso di citazioni classiche e umanistiche.

Il Papa lo incaricò di decorare sei grandi stanze nel Palazzo Apostolico, dette Appartamento Borgia. L’imponente impresa artistica non aveva precedenti nell’Italia dell’epoca, a parte il primo ciclo della Sistina. L’appartamento divenne una pregiata raccolta di decorazioni raffinate, con preziose dorature e grottesche dense di riflessi d’oro, chiari riferimenti allo stile tardogotico. L’iconografia univa la dottrina cristiana al gusto archeologico, molto di moda a Roma e presso la corte vaticana.

Durante il papato di Alessandro VI, Michelangelo soggiornò a Roma per la prima volta. Il giovane artista fiorentino fu coinvolto in un tentativo di truffa ai danni del cardinale Raffaele Riario, al quale fu venduto, come statua antica, un Cupido Dormiente da lui realizzato. Fu così che nel 1496 Michelangelo giunse a Roma, invitato dallo stesso Cardinale curioso di conoscere l’abile artista capace di competere con l’antico.

La prima commissione romana ricevuta da Michelangelo fu un Bacco, statua che riprende nelle dimensioni e nei modi l’arte antica di matrice ellenica.

Nel 1498 arrivò la commissione del cardinale Jean de Bilhères per un’opera a soggetto religioso: la Pietà Vaticana. Michelangelo scolpì il corpo di Cristo disteso dolcemente sulle gambe di Maria, senza la rigidità tipica dell’iconografia dell’epoca, con una grande naturalezza e un’innovativa sobrietà di sentimenti. La statua, completata nel 1499, divenne un capolavoro assoluto, pieno di curatissimi i dettagli e con un incredibile effetto di morbidezza.

Dopo il brevissimo pontificato del successore di Alessandro VI, Pio III, fu Giulio II, Papa dal 1503 al 1513, a riprendere con determinazione i progetti di rinnovamento della città, per restituire a essa, e al potere ecclesiastico, il senso di potenza della Roma Imperiale.

Se dal punto di vista politico e finanziario il suo pontificato è considerato un disastro, Giulio II, il Papa guerriero, fu certamente infallibile nella scelta degli artisti che potessero dare lustro ai suoi propositi, e grazie a lui furono raggiunti grandi traguardi artistici.

Giulio II conosceva e frequentava la sede papale avignonese, ben più prestigiosa e sfarzosa di quella romana. Partendo da questa consapevolezza, perseguì con tenacia la “restauratio imperii” fondendo abilmente politica e arte, chiamando a se i più grandi artisti dell’epoca come Michelangelo e Raffaello.

Con le ricche e impegnative commissioni della corte papale, questi artisti riuscirono a sviluppare al massimo le loro intuizioni e capacità, realizzando opere divenute capolavori assoluti del genio umano, come le Stanze Vaticane di Raffaello o gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo.


Qualunque arte la si può comprendere solo se la si pratica, anche se male.
Sof'ja Tolstaja


L'arte, io non lo so se sia eterna o provvisoria, se la forma d'arte nella quale viviamo per molti secoli ci si sia connaturata come sangue, ma so che questa carica, che noi abbiamo oggi, è una carica di comprensione della vita.
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