Il Rinascimento

La filosofia rinascimentale

I primi segnali in direzione del nuovo umanesimo, che posero le basi del Rinascimento, si fanno convenzionalmente partire da Francesco Petrarca (1304-1374).

Petrarca fu il precursore dei pensatori rinascimentali moderni. In lui si manifestò subito il contrasto tra la visione religiosa medievale e la riscoperta dell’individualità dell’uomo, caratteristica chiave del pensiero umanistico successivo.

Petrarca introdusse quelle che divennero le basi della filosofia umanistica e di quella rinascimentale: il desiderio di trovare un punto d’incontro tra Agostino, Cicerone e Platone, e la volontà di creare armonia tra il pensiero cristiano, la filosofia greca classica e quella dell’antica Roma.

Si può dire che, a partire da Petrarca, l’uomo acquisì un’importanza che la cultura precedente non gli aveva concesso, e il suo agire nel mondo iniziò a cambiare significato, basandosi sull’ideale dell’homo faber.

Dal rinnovato interesse per la filosofia classica, che iniziò a diffondersi con la fine del Medioevo, emersero due correnti dominanti: una legata al pensiero di Aristotele riletto in chiave naturalistica, in conflitto con la lettura religiosa di San Tommaso; l’altra legata al pensiero di Platone e dei neoplatonici, alla quale aderirono Petrarca, Coluccio Salutati e Leonardo Bruni.

La corrente neoplatonica ebbe maggior successo, dovuto sia alla forte polemica anti-aristotelica, che dipingeva Aristotele come un pensatore vetusto e pedante, sia all’inatteso aiuto del Concilio di Basilea, terminato nel 1439 a Firenze. Il Concilio fallì in parte il suo obiettivo, ma ebbe il merito di promuovere l’incontro tra intellettuali bizantini e italiani proprio nella patria del Rinascimento, favorendo la riscoperta degli studi classici greci in un momento di grande fermento e apertura culturale.

Il platonismo del 1400 includeva il pensiero classico di Platone rivisto da pensatori come Agostino d’Ippona, contaminato da correnti filosofico-religiose come l’orfismo e il pitagorismo.

Anche il pensiero aristotelico era incluso nel platonismo, specie per i punti in comune, ma vi erano delle divergenze legate alla visione naturalistica di Aristotele ed al modo in cui l’aristotelismo veniva interpretato nei centri di studio e formazione.


L'arte non è una sottomissione ma una conquista.
André Malraux


Si attribuisce all'opera d'arte la virtù che nasce in noi stessi, di modo che diventa molto grave il pericolo per il critico, il quale non creda alla infallibilità delle teorie estetiche e delle tradizioni del'arte, né presti troppa fede alle compassate sentenze del raziocinio.
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