Leonardo da Vinci

Un curioso, umile, attento osservatore

Leonardo è stato sicuramente un personaggio chiave nella storia della scienza, ma la sua importanza è data più dalla sua curiosità che dalla creazione di un vero e proprio metodo o dal risultato dei suoi studi.

Citando Sebastiano Timpanaro, filologo, saggista e critico letterario italiano del Novecento, possiamo farci un’idea dell’approccio scientifico di Leonardo da Vinci: «Leonardo da Vinci attinge dai Greci, dagli Arabi, da Giordano Nemorario, da Biagio da Parma, da Alberto di Sassonia, da Buridano, dai dottori di Oxford, dal precursore ignoto del Duhem, ma attinge idee più o meno discutibili. È sua e nuova la curiosità per ogni fenomeno naturale e la capacità di vedere a occhio nudo ciò che a stento si vede con l’aiuto degli strumenti. Per questo suo spirito di osservazione potente ed esclusivo, egli si differenzia dai predecessori e da Galileo. I suoi scritti sono essenzialmente non ordinati e tentando di tradurli in trattati della più pura scienza moderna, si snaturano. Leonardo (bisogna dirlo ad alta voce) non è un super-Galileo: è un grande curioso della natura, non uno scienziato-filosofo. Può darsi che qualche volta vada anche più oltre di Galileo, ma ci va con un altro spirito. Dove Galileo scriverebbe un trattato, Leonardo scrive cento aforismi o cento notazioni dal vero; mentre Galileo è tanto coerente da diventare in qualche momento conseguenziario. Leonardo guarda e nota senza preoccuparsi troppo delle teorie. Molte volte registra il fatto senza nemmeno tentare di spiegarlo».

Nell’immaginario comune, Leonardo è visto mentre osserva piante, animali e fiumi, oppure mentre studia l’evolversi dei suoi esperimenti, magari con i complessi macchinari in legno da lui stesso progettati.

Il fatto che per Leonardo la verità passi attraverso l’esperienza, arricchita dal ragionamento, testimonia la vocazione totale del maestro all’attenta osservazione dei fenomeni naturali che lo circondavano, che approcciava con la curiosità e l’umiltà necessarie per sgombrare la mente da pregiudizi o condizionamenti, al fine di capire cosa e come la natura faceva accadere le cose, dalle più piccole alle più grandi.

Nessuna azione naturale si po' abreviare.
Leonardo da Vinci
All'inizio del secolo scorso eravamo tutti convinti che l'arte dei grandi, da Joyce a Proust, a Picasso, ci stesse preparando a una rivoluzione dello spirito. Ma davanti all'attuale produzione cinematografica, si ha l'impressione d'essere riprecipitati a fine Ottocento.
Emir Kusturica

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

<