Leonardo da Vinci

I tratti caratteriali di Leonardo

«Andando al banco per la provvisione ch’ogni mese da Pier Soderini soleva pigliare, il cassiere gli volse dare certi cartocci di quattrini, ed egli non li volse pigliare, rispondendogli: Io non sono dipintore da quattrini». Il Vasari racconta così l’orgoglio di Leonardo. Ma il genio toscano non era soltanto orgoglioso, era anche generoso e di animo grande.

Leonardo era un interlocutore delizioso, pare che ascoltarlo fosse molto piacevole, ed era anche un amante degli animali: «spesso passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandogli di gabbia, e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n’era chiesto, li lasciava in aria a volo, restituendogli la perduta libertà».

Il suo amore nei confronti degli animali supporta l’ipotesi che Leonardo fosse vegetariano, dettaglio riferito da Andrea Corsali, navigatore e viaggiatore contemporaneo del maestro.

Tuttavia, leggendo con attenzione gli scritti di Leonardo, l’immagine che emerge non è esattamente conforme a quella che ha raccontato il Vasari, e forse il genio da Vinci non era poi così socievole.

In un suo appunto, infatti, Leonardo scrive: «se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo, e se sarai accompagnato da un solo compagno, sarai mezzo tuo, e tanto meno quanto sarà maggiore la indiscrezione della sua pratica. E se sarai con più, cadrai di più in simile inconveniente». Un altro appunto recita: «salvatico è quel che si salva».

Non c’è quindi da stupirsi che in molti suoi pensieri Leonardo esprimesse ben poca fiducia e molto più pessimismo nei confronti dell'”umana spezie”.

Anche le ricerche e i lavori di Leonardo avvenivano in gran parte in solitudine. Il maestro non seguiva regole rigide e non era un abitudinario, amava assecondare l’estro e l’ispirazione del momento. Ricercava, però, la perfezione in maniera quasi maniacale, con infiniti ritocchi e modifiche, ed era concentrato sul singolo minimo dettaglio.

Sebbene amasse sia la musica sia le arti visive, le considerava due tipologie di espressione completamente differenti tra loro. Per Leonardo la musica si esauriva in un’unica performance, mentre la pittura era destinata a restare e non a svanire: «la pittura non muore immediate dopo la sua creazione come fa la musica, ma lungo tempo darà testimonianza dell’ignoranza tua […] ma se studierai […] tu lascerai opere che ti daranno più onore che la pecunia».

Per l’ampiezza e varietà dei suoi studi, Leonardo è considerato la massima espressione del genio del Rinascimento, una mente eccezionale, aperta alla scoperta e all’osservazione.

Inoltre, non essendo legato a nessun governo, comune o principato, Leonardo è anche il primo esempio di vero cosmopolita tra gli intellettuali, unico in Europa, espressione di un divario fra cultura e popolo ancora oggi presente.

L'arte è espressione di verità generali in una lingua comune alla nazione e insiem particolare all'autore; e verità chiamiamo ciò che è, o ciò che dovrebb'essere. Dicano pure che la verità è oggetto della scienza, mentre l'arte attende alla bellezza; noi della bellezza crediamo materia la verità morale.
Cesare Cantù
Questo omo ha una somma pazzia, cioè che sempre stenta per non istentare, e la vita se li fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
Leonardo da Vinci

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

<