Leonardo da Vinci

Scetticismo e irreligiosità

Leonardo era un grande scettico, molto legato all’empirismo, ai fenomeni naturali e fisici. Proprio per questa sua visione del mondo e delle cose, era fortemente antidogmatico e antireligioso, polemico nei confronti di tutto ciò che riguardava la metafisica, in tutte le sue forme.

Una nota del Vasari racconta l’ateismo di Leonardo: «tanti furono i suoi capricci, che filosofando de le cose naturali, attese a intendere la proprietà delle erbe, continuando et osservando il moto del cielo, il corso della luna e gli andamenti del sole. Per il che fece ne l’animo un concetto sì eretico, che è non si accostava a qualsivoglia religione, stimando per avventura assai più lo esser filosofo che cristiano».

In molte sue note, Leonardo mostra scarsa stima nei confronti degli uomini di Chiesa e delle ricchezze delle quali usavano circondarsi, riservando loro parole forti: «Assai saranno che lasceranno li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio».

Leonardo si espresse in maniera molto chiara anche sui sacerdoti che dicono messa: «Molti fien quelli che, per esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente, e questo parrà esser fatto secondo l’uso de’ grembiuli».

Sul promettere il Paradiso in cambio di donazioni, Leonardo scrisse: «Le invisibili monete [ le promesse di vita eterna ] faran trionfare molti spenditori di quelle». Fa anche ironia sulla devozione delle immagini e sui riti: «Quelli che con vestimente bianche andranno con arrogante movimento minacciando con metallo e foco [ il turibolo con l’incenso ] chi non faceva lor detrimento alcuno».

Leonardo è stato aspramente critico anche nei confronti della magia e di chi in essa crede: «negromanzia, stendardo ovver bandiera volante mossa dal vento, guidatrice della stolta moltitudine».

In alcuni scritti Vasari racconta che Leonardo, nell’ultima parte della sua vita, si avvicinò alla fede e alla religiosità: «vedendosi vicino alla morte, disputando de le cose cattoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene è non poteva reggersi in piedi, volse devotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor de ‘l letto». E’ tuttavia anche noto che Vasari ha spesso riadattato le biografie degli artisti a vantaggio di quelli a lui maggiormente graditi o vicini.

La seguente nota è, invece, certamente di Leonardo, e riafferma il suo essere scettico nei confronti di ciò che non può essere osservato, misurato, capito: «E se noi dubitiamo della certezza di ciascuna cosa che passa per i sensi, quanto maggiormente dobbiamo noi dubitare delle cose ribelli ad essi sensi, come dell’essenza di Dio e dell’anima e simili, per le quali sempre si disputa e contende. E veramente accade che sempre dove manca la ragione suppliscono le grida, la qual cosa non accade nelle cose certe».

Credo fermamente che la parola sia non soltanto il mezzo di espressione, ma una parte del pensiero stesso. La parola è il più puro mezzo dell'arte.
Carlo Maria Franzero
Governare è far credere.
Niccolò Machiavelli

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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