Leonardo da Vinci

Leonardo scenografo

Nella poliedricità di Leonardo va inserita anche l’attività di scenografo.

All’inizio del 1489 il genio da Vinci seguì la progettazione e la messa a punto delle decorazioni per i festeggiamenti del matrimonio tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona, da svolgersi presso il Castello Sforzesco a Milano. Le nozze vennero posticipate al 1490 a causa della scomparsa di Ippolita d’Aragona, la madre di Isabella, Leonardo ha lasciato testimonianza scritta sul libro De figura umana.

Anche da scenografo, Leonardo sapeva emozionare. Il “cielo” messo in scena dal maestro si rifaceva all’estetica della grande e antica tradizione delle rappresentazioni sacre fiorentine. Gli effetti speciali dovevano essere d’incredibile fascino, con giochi di luci e suoni, tanto spettacolari da rimanere per molto tempo impressi nella memoria degli spettatori dell’epoca.

Della meraviglia suscitata nei contemporanei dalla messa in scena ideata da Leonardo, è viva testimonianza questo documento, oggi custodito nella Biblioteca Estense di Modena, redatto immediatamente dopo la celebrazione: «El Paradiso era facto a similitudine de uno mezzo uovo, el quale dal lato dentro era tutto messo a horo, con grandissimo numero de lumi ricontro le stelle, con certi fessi dove stava li sette pianeti, segondo el loro grado alti e bassi. A torno l’orlo de sopra del dito mezo tondo era li XII signi, con certi lumi dentro del vedro, che facevano un galante et bel vedere: nel qual Paradiso era molti canti et soni molto dolci et suavi».

Anche il poeta Bernardo Bellincioni scrisse in merito alle celebrazioni: «v’era fabbricato, con il grande ingegno et arte di Maestro Leonardo da Vinci fiorentino, il paradiso con tutti li sette pianeti che giravano e li pianeti erano rappresentati da homini».

Leonardo si cimentò come scenografo anche quando era in Francia, alla corte di Francesco I, curando gli allestimenti di alcune feste, specie quelle dedicate al Re. Anche in questo caso la genialità di Leonardo, la sua abilità meccanica e d’inventore, produssero risultati che lasciarono il segno nella memoria dei partecipanti. Tra le varie scenografie predisposte dal maestro, viene ricordato un leone meccanico che poteva muoversi, avanzare e fermarsi, con il petto che si apriva per far uscire dei fiori, in omaggio a Francesco I che ne rimase colpito.

L'azione è la grande novità del linguaggio: "Fare ciò che si sa". L'arte, sarà tanto più libera quanto più sarà antiletteraria.
Cesare Zavattini
Adesso posso dire che l'arte è una sciocchezza.
Arthur Rimbaud

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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