Leonardo da Vinci

Le fattezze di Leonardo

Leonardo non era soltanto un artista carismatico ed elegante ma, a quanto pare, anche un bell’uomo.

Le fattezze conosciute e ormai fissate nell’immaginario collettivo sono riferibili a un suo presunto autoritratto prodotto quando era già anziano, databile al 1515, oggi custodito nella Biblioteca Reale di Torino. Il volto di Leonardo per noi è quello.

Sull’aspetto dell’artista/genio in età giovanile o matura ci sono ipotesi che lo vedono presente in alcune opere.

Secondo queste teorie, Verrocchio lo avrebbe scolpito nel suo David, mentre Raffaello lo avrebbe ritratto nelle vesti di Platone, nell’affresco della Scuola di Atene delle Stanze Vaticane.

Altre teorie individuano un suo autoritratto nell’Adorazione dei Magi, riconoscibile nel giovane in piedi all’estrema destra del dipinto.

Che Leonardo fosse un uomo molto bello e dai modi eleganti e raffinati, lo raccontano anche varie fonti, le quali non descrivono esattamente il suo aspetto fisico ma parlano dei suoi modi e celebrano la sua bellezza.

Vasari nei suoi scritti ci tramanda l’aspetto conciliante e benevolo del suo carattere: «Egli con lo splendor dell’aria sua, che bellissima era, rasserenava ogni animo mesto, e con le parole volgeva al sì et al no ogni indurata intenzione. Egli con le forze sue riteneva ogni violenta furia. […] Con la liberalità sua raccoglieva e pasceva ogni amico povero e ricco, pur che egli avesse ingegno e virtù. […] Per il che ebbe veramente Fiorenza grandissimo dono nel nascere di Lionardo, e perdita più che infinita nella sua morte.»

Delle virtù e dei pregi di Leonardo parla anche l’Anonimo Gaddiano: «[La Natura] non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. […] Era di bella persona, proportionata, gratiata et bello aspetto. portava uno pitocco rosato corto sino al ginocchio, che allora s’usavano i vestiri lunghi, haveva sino al mezo in petto una bella capellaia et anellata et ben composta».

Pensarono pensarono di arruffìanare il romanzo sotto il pretesto di realismo. Eppure, se l'arte ha una ragione di essere allato alla realtà, è per toccare un'altra corda, credo che non la sola realtà. A che scrivere, a che leggere, sopratutto, se basta prendere la propria mazza e fare un giretto nella strada Mouffetard.
Eugène Pelletan
Chi biasima la somma certezza delle matematiche si pasce di confusione, e mai porrà silenzio alle contradizioni delle sofistiche scienzie, colle quali s'impara uno eterno gridore.
Leonardo da Vinci

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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