Donatello

Prime Opere per il Duomo (1406–1411)

Donatello iniziò a lavorare all’Opera del Duomo nel 1406. La prima commissione documentata è la produzione di una coppia di Profeti per la porta della Mandorla, ma non si ha certezza dell’effettivo ritrovamento delle due opere.

C’è chi le identifica nella coppia di statue che furono posizionate sulla porta della Mandorla e oggi conservate nel Museo dell’Opera del Duomo. L’attribuzione a Donatello non è a giudizio unanime, è minata dalle dimensioni delle due statue e dallo stile di esecuzione, diverso tra le due opere. Per tale motivo, solo un Profetino è generalmente attribuito al maestro mentre l’altro sembra essere di Nanni di Bianco.

Il David marmoreo è la prima opera certa attribuita a Donatello, riconosciuta unanimemente dalla critica; la statua fu commissionata dall’Opera del Duomo e attualmente è conservata al Museo del Bargello. L’opera venne realizzata tra il 1408 e il 1409, scolpita a grandezza naturale per la tribuna del coro del Duomo con una postura che presenta ancora riferimenti al gotico. L’opera già mostra la grande capacità tecnica scultorea dell’artista, anche se presenta alcuni errori di proporzione della figura, dovuti certamente alla giovane età di Donatello, che aveva poco più di vent’anni.

Il Crocifisso “contadino” di Santa Croce è stata l’altra importante opera della produzione degli esordi di Donatello. Il lavoro oggi è comunemente collocato tra le opere giovanili, sembra sia stato scolpito tra il 1406 e il 1408. Anche per quest’opera, tuttavia, c’è una discussione in merito alla sua datazione: alcuni sostengono che sia stata  realizzata in un periodo successivo, nel 1412 circa; altri, invece, sostengono che non sia nemmeno opera di Donatello, in totale contrasto con le cronache del Vasari.

In competizione con l’amico Donatello, anche Brunelleschi, poco tempo dopo, eseguì un crocifisso ligneo. Confrontando le due opere risulta evidente la grande differenza tra le personalità dei due artisti: il Cristo di Donatello evidenzia gli aspetti della sofferenza del soggetto, il corpo trasmette il dolore e l’energia dell’agonia del Cristo, mettendo assolutamente da parte le convenzioni estetiche dell’epoca. Il Crocifisso del Brunelleschi è meno vigoroso e più aggraziato; in sostanza comunica in maniera decisamente inferiore la passione della sofferenza.

Il San Giovanni Evangelista viene eseguito da Donatello tra il 1409 e il 1411, un altro grande capolavoro destinato ad una nicchia del Duomo, collocata a lato del portale centrale. Anche quest’opera risulta ancora influenzata dallo stile tardogotico, ma presenta già evidenti riferimenti alle statue antiche, con tratti di umanità che rendono vera l’espressione del santo. Fronte corrucciata, spalle e busto semplificate geometricamente, le mani realistiche e i panneggi che avvolgono ed esaltano le gambe, esprimono una vitalità trattenuta plasticamente; l’insieme di tutti questi dettagli costituirà un modello basilare per il Mosè di Michelangelo, realizzato più o meno cento anni dopo.

Oh dolce notte, oh sante | ore notturne e quete, | Ch'i disïosi amanti accompagnate; | in voi s'adunan tante | letizie, onde voi siete sole cagion di far l'alme beate.
Niccolò Machiavelli
L' arte è esperienza di univeralità. Non può essere solo oggetto o mezzo. È parola primitiva, nel senso che viene prima e sta al fondo di ogni altra parla. È parola dell'origine, che scruta, al di là dell'immediatezza dell'esperienza, il senso primo e ultimo della vita.
Papa Giovanni Paolo II

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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