Donatello

Dieci Anni a Padova (1443-1453)

Nel 1443 Donatello partì per Padova, dove si fermò per ben dieci anni realizzando diversi dei suoi capolavori più importanti.

I motivi della partenza di Donatello non sono chiari. Tra le ipotesi, una delle più accreditate è che da li a poco sarebbe stato costruito Palazzo Medici, a causa del quale la struttura dove l’artista aveva bottega sarebbe stata demolita, fatto che lo avrebbe incentivato a lasciare la città. Forse, però, partì su espresso invito dei signori della corte di Padova.

Donatello eseguì la sua prima opera padovana tra il 1444 e il 1447. Si tratta del Crocifisso della Basilica del Santo, probabilmente nato come oggetto a sé stante e oggi posto nell’altare del Santo. L’opera fu un altro capolavoro. La testa di Gesù è ricca di dettagli, con barba e capelli modellati in maniera esemplare. La figura ha un’anatomia precisissima e, nel suo complesso, l’opera possiede una carica espressiva eccezionale.

Contemporaneamente Donatello eseguì, sempre per la basilica del Santo, la recinzione del coro e, nel 1446, gli fu commissionata la realizzazione di tutto l’altare del Santo, opera decisamente imponente. Il maestro completò il lavoro nel 1453 realizzando quasi venti rilievi, tra cui la Deposizione di Cristo e il Miracolo dell’asina, e sette statue bronzee a tutto tondo, tra le quali il San Prosdocimo o il San Francesco.

L’opera contiene numerosi riferimenti ai monumenti antichi, ma quello che emerge è che per la prima volta la folla diventa parte integrante della rappresentazione. L’altare che troviamo oggi è una ricostruzione di Camillo Boito, effettuata nel 1895; nel 1591, infatti, la struttura dell’altare venne scomposta per eseguire dei lavori nell’abside della chiesa.

Nel 1446 Donatello ricevette la commissione il Monumento equestre al Gattamelata, condottiero morto nel 1443. L’opera in bronzo venne collocata nella piazza della basilica del Santo. È probabile che per quest’opera Donatello trovò ispirazione nei modelli classici, come la statua equestre di Marco Aurelio a Roma, il Regisole di Pavia, da cui prese ispirazione per l’equilibrio statico, e i Cavalli di San Marco, da cui riprese le posture dinamiche degli animali.

L’eccezionale monumento fece scuola in Italia e nel mondo, diventando il prototipo di tutti i successivi monumenti equestri realizzati in occidente, praticamente fino al Novecento.

Nel 1453, dopo aver completato l’altare del Duomo di Padova, Donatello rientrò a Firenze.

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