Della vita di Donatello si sa molto poco. Attraverso lo studio di documenti e fonti si riscontra un paradosso: possiamo seguire la sua attività quasi anno per anno, e spesso mese per mese, dal 1405 in poi, eppure non abbiamo in pratica nessuna testimonianza sulla sua personalità, si sa anche davvero pochissimo in merito alle sue amicizie e ai suoi interessi intellettuali.
Le sue origini erano modeste. Il padre di Donatello era un uomo irrequieto, condusse una vita tumultuosa, partecipando alla rivolta dei Ciompi del 1378. Fu coinvolto anche in altre azioni contro Firenze e venne addirittura condannato a morte, per poi essere perdonato e beneficiare del condono della pena.
Secondo alcune fonti, invece, pare che Donatello fosse di carattere mite, di portamento elegante, signorile, delicato e di figura minuta, veniva, infatti, chiamato Donatello proprio a causa della sua raffinatezza.
La prima notizia ufficiale su Donatello, però, contraddice quanto detto: infatti, nel 1401 fu segnalato e addirittura condannato a Pistoia, per aver picchiato un tedesco di nome Anichinus Pieri, procurandogli ferite abbastanza serie.
Non si ha notizia di altri episodi di violenza che lo coinvolsero, ma molti biografi descrivono il suo temperamento come decisamente “passionale”.
Quel che si sa della vita privata di Donatello è che non si sposò mai e che spesso ebbe rapporti abbastanza difficili e tumultuosi con i suoi datori di lavoro. Probabilmente non aveva il carattere affabile del cortigiano, anzi, era l’opposto, testardo e critico.
Gli unici scritti rimasti di Donatello sono documenti per il catasto, dai quali è difficile riuscire a capire che rapporti aveva con i suoi colleghi, con i datori di lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Quasi certamente non ebbe nemmeno una corrispondenza personale, a quanto pare odiava anche scrivere lettere di affari e durante la collaborazione con Michelozzo affidò a lui la corrispondenza di lavoro.
Alcune lettere che parlano di Donatello, scritte da Nanni Miniato e Poggio Bracciolini, ne descrivono l’aspetto professionale, definendolo grande ed esperto conoscitore della scultura antica. Altri documenti danno notizia in merito a rapporti di amicizia con Leon Battista Alberti e contatti con Ciriaco di Ancona.