Donatello

Dal Gotico al Rinascimentale (1411–1424)

A partire dal 1411 Donatello inizia le decorazioni di Orsanmichele, altro importante cantiere dell’epoca.

Per le nicchie della chiesa produce due statue: San Marco (1411) e San Giorgio (1415).

La statua di San Marco è riconosciuta come la prima scultura completamente rinascimentale dell’artista, anche se dopo il restauro sono riemerse alcune dorature superficiali in stile gotico.

Questa statua contiene in se le caratteristiche espressive tipiche dell’opera di Donatello, ancora più evidenti nel San Giorgio, capolavoro che esprime l’idea di energia trattenuta, universalmente apprezzata nell’arte di Donatello. Troviamo qui il primo esempio di rilievo stiacciato, tecnica inventata proprio da Donatello.

La prospettiva usata da Donatello per il rilevo compie un balzo in avanti rispetto a Brunelleschi: la trasforma in un convogliatore dell’attenzione dello spettatore, usando le linee prospettiche per condurre l’occhio sul punto centrale dell’azione, come fosse l’azione stessa a generare lo spazio che la circonda.

Durante la commessa, Donatello venne chiamato per partecipare alla decorazione scultorea del Campanile di Giotto, nuovamente dall’Opera del Duomo, con la realizzazione di 5 statue. La prima fu il Profeta imberbe (1416), seguito dal Profeta pensieroso e dal Sacrificio di Isacco (1421).

Qui Donatello esprime padronanza delle leggi dell’ottica, utilizzate per scolpire figure ammirabili dai piedi del campanile ma collocate in alto. Espressività e realismo tipici dello stile donatelliano si presentano in maniera evidente nel Sacrificio di Isacco.

Tra il 1418 – 1420 Donatello produsse il Marzocco, commissionato dalla Repubblica Fiorentina per la visita di papa Martino V. Situato in origine in Piazza della Signoria, dove oggi è posizionata una fedele riproduzione, la statua originale è oggi al museo del Bargello.

Donatello stava andando avanti con le statue per il Campanile di Giotto, producendo lo Zuccone nel 1423 e il Geremia nel 1427. Le due statue furono identificate come capolavori assoluti e poste sul lato del Campanile più visibile. L’espressività, le posture e i panneggi creati dal maestro riescono a trasmettere livelli di realismo e penetrazione psicologica che nessuno, fino a quel momento, aveva mai raggiunto.

Nel 1423 produsse una terza statua per Orsanmichele, cimentandosi nella fusione a cera: il bronzo dorato raffigurante San Ludovico di Tolosa, oggi al Museo dell’Opera di Santa Croce. Donatello riutilizzò tale tecnica anche per le opere di fusione successive, preferendola alle altre anche per statue di grandi dimensioni.

Ancora nel 1423 ricevette la prima commessa fuori Firenze: venne chiamato insieme a Ghiberti e altri per decorare la fonte battesimale del battistero di Siena. Nel 1426 fuse la lastra tombale in bronzo di Giovanni Pecci, per il Duomo di Siena. Nel 1427 consegnò il pannello bronzeo del Banchetto di Erode, e nel 1429 le due statuette a tutto tondo della Fede e della Speranza.

Nel 1424, durante i lavori alle commesse senesi, Donatello fu chiamato per il Reliquiario di San Rossore a Firenze. L’opera fu rivoluzionaria rispetto ai reliquiari tradizionali. Realizzata In bronzo dorato, era caratterizzata da un vero ritratto “alla romana” con una grandissima cura di tutti i dettagli, il viso, le stoffe e l’armatura del soldato.

La civiltà greca ci dichiara che nelle rappresentazioni artistiche altro è sentire altro è vedere. Vedere è peggio, è più impressionante.
Remo Branca
Come è più difficile a 'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta.
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