Michelangelo

Michelangelo a Roma

Roma è stata la seconda patria di Michelangelo. Il maestro ha trascorso buona parte della sua vita nella città eterna, stringendo con essa un rapporto tormentato, sia per colpa dei continui diverbi con vari papi e cardinali, sia a causa delle rivalità con gli altri artisti della corte papale, come Bramante e Raffaello, con i quali si contendeva le ricche commissioni dei facoltosi mecenati ecclesiastici.

Forse più di Firenze, Roma conserva alcuni dei principali capolavori michelangioleschi, imprese artistiche che hanno contribuito in modo decisivo a renderlo genio assoluto delle tre arti.

Michelangelo giunse a Roma per la prima volta nel 1496, invitato dal cardinale Riario che voleva conoscere l’artefice del falso Cupido Dormiente, da lui acquistato a caro prezzo come reperto archeologico.

Iniziò così l’ascesa di Michelangelo, grazie alle prime sculture eseguite per due facoltosi cardinali che lo resero, a soli ventiquattro anni, uno dei più apprezzati e richiesti artisti dell’epoca.

Le prime due opere realizzate a Roma furono il Bacco, oggi conservato al museo del Bargello di Firenze, e la famosa Pietà Vaticana, custodita nella basilica di San Pietro.

Subito dopo la realizzazione dei due capolavori, Michelangelo rientrò a Firenze per dedicarsi al David e ad altre importanti commissioni, ma tornò a Roma in altre occasioni, grazie anche ai rapporti con importanti membri della famiglia de’ Medici, molti dei quali divennero papi.

Dopo frequenti andirivieni con Firenze, Michelangelo si trasferì definitivamente a Roma nel 1534, e vi trascorse gli ultimi trent’anni di vita.

Poco dopo il suo trasferimento, Paolo III lo nominò pittore, scultore e architetto del Palazzo Vaticano, affidandogli importanti incarichi. Grazie all’eccezionale apporto che diede all’abbellimento di Roma, nel 1537 Michelangelo ricevette la cittadinanza onoraria in Campidoglio, e nel 1546 venne scelto per gestire le importanti fabbriche romane, inclusa quella di San Pietro, in sostituzione del defunto Antonio da Sangallo il Giovane.

A Roma Michelangelo ha lasciato importanti sculture in varie chiese. Oltre alla Pietà conservata in San Pietro in Vaticano, si può ammirare il Cristo della Minerva, a Santa Maria sopra Minerva, il Monumento Funebre di Giulio II con il Mosè in San Pietro in Vincoli, e la tomba di Cecchino Bracci in Santa Maria Aracoeli.

Roma custodisce anche i principali capolavori della pittura di Michelangelo. Primo tra tutti è il ciclo di affreschi per la volta della Cappella Sistina, con la Creazione di Adamo, e il Giudizio Universale, realizzati in due momenti diversi a distanza di oltre vent’anni.

Nella Cappella Paolina, inoltre, sono custoditi due affreschi raffiguranti la Conversione di Saulo e la Crocifissione di San Pietro, le sue due ultime opere pittoriche.

Anche in architettura, Michelangelo segnò profondamente Roma con importanti opere, specie nel corso degli ultimi anni di vita. Proprio per questo, alcuni suoi progetti furono eseguiti dopo la sua morte da altri architetti, che si attennero quasi sempre ai disegni del maestro.

Le sue opere più famose sono Palazzo Farnese, la Piazza del Campidoglio, la basilica di San Giovanni dei Fiorentini, la Cappella Sforza in Santa Maria Maggiore, la ristrutturazione di Santa Maria degli Angeli, la facciata di Porta Pia e, ovviamente, la basilica di San Pietro e l’imponente Cupola.

L'artista deve fare in modo che la posterità creda ch'egli non abbia vissuto.
Gustave Flaubert
L'arte vera non è quel che sembra, bensì l'effetto che ha su di noi.
Roy Adzak

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