Michelangelo ha iniziato a interessarsi all’architettura molto presto ma, tranne due capolavori fiorentini di mezza età, ha creato le sue principali opere architettoniche quando aveva superato i sessanta anni.
Ascanio Condivi racconta che il primo progetto da architetto di Michelangelo risale al 1500, quando il sultano di Costantinopoli gli propose di progettare un ponte tra Istanbul e Pera. Il maestro preparò i disegni e iniziò anche a organizzare il viaggio, ma il progetto non ebbe seguito.
Nel 1507 l’artista partecipò al concorso per il completamento del tamburo della cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore. Il suo progetto era molto vicino allo stile del Brunelleschi ma, anche in questo caso, non ebbe seguito.
Nel 1516 Michelangelo vinse il concorso indetto da Leone X per il rifacimento della facciata di San Lorenzo. Presentò un progetto che mostrava la sua nuova visione dell’architettura, non più come semplice aggregazione di singoli elementi, ma come insieme unico, armonioso, dinamico e con forte impatto scenografico. Per varie ragioni, però, il progetto venne interrotto.
Tra il 1520 e il 1524, il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, commissionò a Michelangelo due importanti opere per la chiesa di San Lorenzo, entrambe eseguite: la cappella funebre di famiglia, chiamata Sagrestia Nuova per distinguerla da quella precedentemente eretta dal Brunelleschi, e la Biblioteca Medicea Laurenziana.
Nella realizzazione della Sagrestia Nuova, Michelangelo creò un inedito rapporto tra architettura e scultura. Le opere scolpite, come i monumenti funebri dei membri della famiglia Medici, non sono oggetti isolati e asserviti all’aspetto architetturale come era avvenuto sino allora, ma sono parte integrante dell’architettura complessiva, in un perfetto rapporto armonico e simbiotico.
Nella Biblioteca Medicea, Michelangelo progettò l’intera struttura fin nei minimi dettagli, come l’inclinazione dei banchi di lettura. Nell’atrio inserì una scalinata, un capolavoro dalle forme curve e convesse del tutto inedite per l’epoca, che alcuni definiscono precursore del Barocco.
Ma è a Roma che l’anziano Michelangelo, ormai genio indiscusso della scultura e della pittura, creò le opere architettoniche più importanti.
Nel 1538 venne incaricato da Paolo III di riprogettare la Piazza del Campidoglio. Il progetto di Michelangelo prevedeva: tre edifici disposti a trapezio con il lato aperto rivolto verso la città nuova; la decorazione del pavimento della piazza con motivi geometrici; il posizionamento al centro della statua equestre di Marco Aurelio, posta su un basamento progettato dall’artista.
Il risultato complessivo, raggiunto nel Novecento con il completamento del progetto, è un ambiente che nasconde perfettamente le sue dimensioni ridotte. I porticati e le grandi scalinate dei tre edifici rendono la piazza monumentale e scenografica, con la statua del condottiero romano che troneggia al centro.
Nel 1546, dopo la morte di Antonio da Sangallo il Giovane, Paolo III incaricò Michelangelo di seguire tutti i principali cantieri di Roma.
Fu così che progettò la monumentale facciata di Palazzo Farnese, la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, la trasformazione del tepidarium delle Terme di Diocleziano nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, la facciata di Porta Pia e, infine, i lavori alla Basilica di San Pietro in Vaticano, inclusa la grande Cupola.
Tutti i progetti sono splendidi esempi della nuova architettura creata da Michelangelo. L’impatto è sempre monumentale e scenografico. I vari elementi sono inseriti in una visione unica e complessiva delle strutture che, grazie ai giochi di rette e curve, acquisiscono armonia e movimento.