La formazione artistica di Michelangelo inizia nel 1487, quando viene assunto nella bottega di Domenico Ghirlandaio, grande pittore del Rinascimento tra i più richiesti dell’epoca, impegnato in importanti commesse.
L’inizio dell’attività di giovane garzone di bottega fu probabilmente dovuto alle difficoltà economiche della famiglia Buonarroti, che poteva così contare su un introito aggiuntivo grazie ad un contratto triennale che il padre aveva stipulato con il Ghirlandaio.
Lavorare per il Ghirlandaio, che in quel periodo era impegnato col ciclo di affreschi nella Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, permise a Michelangelo di entrare in contatto con una tecnica pittorica molto avanzata per l’epoca.
Anche se era un semplice garzone di dodici anni, dedito alla preparazione dei colori e alle altre attività necessarie alle opere in produzione, fece presto a farsi notare per le sue abilità nel disegno e diventò subito uno dei migliori allievi della bottega.
Sebbene giovane, Michelangelo mostrò subito un forte interesse per i grandi pittori fiorentini come Giotto e Masaccio, copiando i loro affreschi nella cappella di Santa Croce e in quella Brancacci di Santa Maria del Carmine. Le copie più famose sono il San Pietro, tratto dall’affresco del Pagamento del Tributo di Masaccio, e il Tormento di sant’Antonio, copiato dall’incisione di Martin Schongauer.
Circa un anno prima della scadenza del contratto triennale, Michelangelo, forse spinto dall’amico Francesco Granacci, anch’egli apprendista, lasciò la bottega del Ghirlandaio e prese a frequentare il Giardino di San Marco, luogo nel quartiere mediceo di Firenze nel quale la famiglia de’ Medici conservava parte della vasta collezione di preziose sculture antiche.
Il Giardino di San Marco fu la prima accademia d’arte d’Europa, sovvenzionata da Lorenzo il Magnifico, dove Bertoldo di Giovanni, allievo e collaboratore del grande Donatello, addestrava i più promettenti giovani scolpitori fiorentini, che potevano ammirare importanti sculture antiche ed esercitarsi nel copiarle.
Nel Giardino di San Marco Michelangelo ha probabilmente vissuto l’esperienza che più di tutte lo ha influenzato e indirizzato verso la scultura.
Anche in questo caso, l’abilità innata di Michelangelo non tardò a emergere, e proprio Lorenzo de’ Medici, dopo aver visto la copia di una testa di fauno riprodotta dal giovane talento, lo volle conoscere e infine ospitare nella residenza di famiglia in Via Larga.
Ludovico Buonarroti, nonostante alcune resistenze inziali, accettò che il figlio Michelangelo fosse ospitato nel Palazzo Medici Ricciardi, probabilmente convinto anche da un allettante e ben retribuito impiego all’ufficio doganale che il Magnifico gli offrì in cambio.
Intorno al 1490, il giovane Michelangelo entrò nella corte della più ricca e potente famiglia fiorentina, dove ebbe modo di stare a contatto con influenti uomini della cultura del Rinascimento come Poliziano, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Iniziarono così anche i primi rapporti con il neoplatonismo e con l’amore per la rievocazione delle arti antiche.
In casa Medici, Michelangelo conobbe anche i giovani membri della famiglia, quasi suoi coetanei, che in seguito saranno tra i suoi principali clienti, come Piero il Fatuo, Giuliano, futuro papa Leone X, e Giulio, che diverrà papa Clemente VII.