Michelangelo

L’affermazione (1501-1504)

Grazie alle straordinarie opere prodotte a Roma, la fama del giovane Michelangelo si diffuse presso tutte le principali corti dell’epoca.

Nel 1501 l’artista decise di rientrare a Firenze ma, prima della partenza, Jacopo Galli gli procurò un nuovo incarico da parte del futuro papa Pio III. Michelangelo fu incaricato di realizzare quindici statue per l’altare Piccolomini del Duomo di Siena, ma ne scolpì solo quattro, con un forte utilizzo di aiutanti. Le statue senesi, destinate a piccole nicchie nel Duomo, erano ormai poca cosa rispetto alle importanti commissioni che lo attendevano a Firenze.

Nell’agosto del 1501, infatti, l’Opera del Duomo gli commissionò una statua del David di grandi dimensioni, da posizionare all’esterno della zona absidale della cattedrale. L’impresa era molto difficile, anche perché il blocco di marmo da usare, chiamato il Gigante per la sua grandezza, era stato già sbozzato dai tentativi di altri scultori, fatto che avrebbe potuto renderlo inutilizzabile per la colossale opera richiesta.

Nonostante le difficoltà, Michelangelo riuscì nell’impresa in soli tre anni di lavoro, consegnando alla storia un altro gioiello. La postura e le forme che Michelangelo conferì al David furono del tutto insolite, rendevano un’immagine dell’eroe pacata ma pronta all’azione.

La statua fu immediatamente identificata come un capolavoro assoluto, in grado di incarnare appieno lo spirito della repubblica fiorentina, tanto che dalla posizione originaria fu deciso di spostarla in Piazza della Signoria, per farne il simbolo della città.

Per scegliere la nuova posizione del David, fu creata un’apposita commissione composta dai migliori artisti della città, tra i quali Ghirlandaio, Pollaiolo, Lippi, Botticelli, i fratelli da Sangallo, Perugino e l’eterno rivale Leonardo da Vinci.

La rivalità tra i due geni del Rinascimento spinse Leonardo a proporre una collocazione meno vistosa per il David, nascosto nella Loggia della Signoria, ma non fu assecondato e la statua venne collocata davanti a Palazzo Vecchio, dove oggi è la replica, spostando la Giuditta di Donatello sotto la Loggia.

Mentre scolpiva il David, Michelangelo accettò altri incarichi. Nel 1502 realizzò un David di bronzo, oggi perduto, e nel 1503 scolpì la Madonna di Bruges per la cappella di famiglia del mercante Alexandre Mouscron.

Nello stesso periodo scolpì una serie di tondi, tra i quali spiccano il Tondo Pitti, bassorilievo marmoreo realizzato su commissione di Bartolomeo Pitti, oggi conservato al Museo del Bargello, e lo splendido tondo dipinto per Agnolo Doni raffigurante la Sacra Famiglia, conservato agli Uffizi. Le figure scultoree dipinte e i colori vivaci adoperati nel Tondo Doni, sbalordirono nuovamente gli artisti contemporanei.

Esiste un altro tondo di marmo per il quale l’attribuzione è stata discussa: si tratta del Tondo Taddei, realizzato per Taddeo Taddei e oggi conservato a Londra.

Nell’aprile del 1503 Michelangelo ricevette una nuova richiesta dall’Arte della Lana, per le statue dei dodici Apostoli da scolpire in marmo a grandezza naturale. Per una serie di ragioni riuscì solo a iniziare il San Matteo, realizzando un nuovo esempio di “non finito”.

Nel settembre del 1504, Michelangelo fu chiamato a realizzare un enorme affresco nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, che doveva celebrare la vittoria fiorentina nella Battaglia di Cascina contro Pisa del 1364. L’affresco andava dipinto sulla parete vicina a quella sulla quale Leonardo doveva affrescare un’altra battaglia, quella di Anghiari. Michelangelo realizzò solo il cartone, in due momenti diversi a causa di un viaggio a Roma. Poco dopo la realizzazione, il cartone andò perduto ma fece in tempo a essere ammirato e usato come strumento di studio per i giovani artisti contemporanei, come Raffaello, che ne riprodussero diverse copie ancora visibili.

Pensarono pensarono di arruffìanare il romanzo sotto il pretesto di realismo. Eppure, se l'arte ha una ragione di essere allato alla realtà, è per toccare un'altra corda, credo che non la sola realtà. A che scrivere, a che leggere, sopratutto, se basta prendere la propria mazza e fare un giretto nella strada Mouffetard.
Eugène Pelletan
Arte senza cuore. Primavera senza sole.
Libero Bovio

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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