Michelangelo

Il Giudizio Universale (1534-1536)

Con l’occasione del nuovo contratto per la tomba di Giulio II, nel 1534 Michelangelo si trasferì a Roma, lasciando Firenze e il regime dispotico instaurato dal Duca Alessandro de’ Medici.

Non tornò più nella sua città, neanche in vecchiaia, nonostante i lusinghieri inviti che Cosimo I de’ Medici, successore di Alessandro, gli fece ripetutamente in tarda età.

Tra le varie commissioni che attendevano Michelangelo a Roma, vi era anche quella del papa Clemente VII per la decorazione della parete di fondo della Cappella Sistina. Il Papa, però, non riuscì ad assistere neanche all’inizio dei lavori poiché morì poco dopo l’arrivo del maestro a Roma.

La morte del Papa non fu un problema per Michelangelo. Il nuovo pontefice Paolo III, infatti, ne aveva grande stima e, oltre a confermargli l’incarico della Sistina, lo nominò pittore, scultore e architetto del Palazzo Vaticano.

Per liberarlo dagli obblighi verso i della Rovere per la tomba di Giulio II, il Papa emise un motu proprio e, nel 1536, Michelangelo iniziò i lavori alla Cappella Sistina, che durarono fino al 1541.

Contrariamente a quanto era avvenuto con le decorazioni precedenti, che erano state sempre inserite in modo complementare a quelle preesistenti, il Giudizio Universale fu un intervento decorativo più invasivo e comportò la distruzione di alcuni affreschi già presenti nella cappella, tra i quali quelli del Perugino e alcune pitture eseguite da Michelangelo stesso nel primo intervento del 1510.

Il Giudizio Universale fu un altro capolavoro assoluto di Michelangelo. Dispose le figure in un movimento circolare attorno al Cristo e alla Madonna, un caotico turbinio di santi, patriarchi e profeti che mostrano inquietudine, attesa e paura per ciò che sta accadendo.

Nella narrazione Michelangelo inserì diverse anomalie rappresentative, o licenze iconografiche. L’assenza di aureola per i santi, la figura di Cristo giovane e senza barba, le nudità che caratterizzano quasi tutti i personaggi, alcuni in pose un po’ scabrose, sembrano testimoniare l’uguaglianza di tutti gli uomini difronte al giudizio di Dio. Dopo la morte dell’artista, alcune di queste licenze furono corrette da interventi postumi, come la copertura di alcuni nudi ritenuti scandalosi per il luogo e per l’argomento della rappresentazione.

Al di là delle interpretazioni sulla narrazione, il risultato dell’opera di Michelangelo fu l’ennesimo capolavoro che l’artista lasciò in eredità ai posteri, punto estremo e inarrivabile di creatività e capacità tecnica.

Nel 1537, in Campidoglio, Michelangelo fu insignito del titolo di cittadino onorario.

Dovete capire che vi sono due mondi: quello che è senza che se ne parli, e lo si chiama mondo reale, perché non si ha nessun bisogno di parlarne per vederlo. L'altro è il mondo dell'arte, e di questo bisogna parlarne, perché altrimenti non esisterebbe.
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L'arte è un'astrazione: spremetela dalla natura sognando di fronte ad essa e preoccupatevi più della creazione che del risultato.
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Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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