Raffaello

Il carattere di Raffaello

Vasari ricorda Raffaello come <<dalla natura dotato di tutta quella modestia e bontà che suole alcuna volta vedersi in coloro che più degl’altri hanno a una certa umanità di natura gentile aggiunto un ornamento bellissimo d’una graziata affabilità>>.

Raffaello è ricordato da tutti i biografi come bello, ricco e genio fin da bambino. Da un punto di vista caratteriale viene descritto come dotato di grazia, gentile e affabile, adorato da uomini e donne, benvoluto dai ricchi signori, dagli alti prelati e dalla semplice gente del popolo.

Era, insomma, perfetto sotto tutti i punti di vista, tanto da essere considerato divino per l’aspetto, per l’insuperabile arte e per la nobiltà e gentilezza d’animo che lo hanno contraddistinto.

Accanto all’immagine idealizzata del divino Raffaello, però, sono emerse descrizioni più umane e più vicine all’uomo comune. Oltre ad amare la bellezza idealizzata e divina, infatti, sembra che Raffaello amasse anche quella terrena e carnale delle donne.

Vi sono alcuni racconti che lo ritraggono impegnato in una vita amorosa molto intensa, che allude a un numero di amanti che va ben oltre la sola Margherita Luti, La Fornarina che l’artista dipinse in uno splendido ritratto, che usava incontrare nella Villa Farnesina, mentre decorava le stanze della dimora del banchiere Agostino Chigi.

Lo stesso Vasari racconta come la morte di Raffaello fosse sopraggiunta dopo due settimane di malattia, caratterizzata da una forte febbre, che sembra essere stata causata dagli eccessi di lussuria di una sola notte.

Non si sa se le notizie sulle abitudini amorose di Raffaello, che ne contraddicono l’immagine divina, siano vere o meno, certo è che lo rendono più umano e meno vicino alla figura idealizzata, quasi ultraterrena, che si è diffusa per secoli dopo la sua morte.

La destinazione dell'arte del nostro tempo è di tradurre dalla sfera della ragione alla sfera del sentimento la verità che il bene della gente è nell'unione e di instaurare in luogo della violenza attuale quel regno di Dio, cioè quell'amore che si presenta a noi tutti come fine supremo della vita dell'umanità.
Lev Tolstoj
Andando infinite anime di quelli miseri mortali, che nella disgratia di Dio morivano, all'inferno, tucte o la maggior parte si dolevono, non per altro, che per havere preso moglie essersi a tanta infelicità condotte.
Niccolò Machiavelli

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

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