La Gioconda è considerato il ritratto più famoso di tutti i tempi. Realizzata da Leonardo da Vinci in un periodo molto lungo, è probabilmente una delle immagini più note al mondo, oggetto di innumerevoli repliche, riadattamenti, veri omaggi e scherzose burle.
Il soggetto è identificato in Lisa Gherardini, giovane sposa di Francesco Bartolomeo del Giocondo, da cui derivano le due definizioni del dipinto, Gioconda o Monna Lisa.
L’esecuzione dell’opera fu lunga, Leonardo la ritoccò molte volte, come evidenziato da un’analisi ai raggi X che ha svelato l’esistenza di tre versioni dipinte sotto quella visibile.
Le prime pennellate risalgono al 1503. Leonardo si trovava a Firenze proprio mentre il giovane Michelangelo, suo acceso rivale, riscuoteva i primi grandi successi con il colossale David. In quel periodo le strade dei due grandi geni del Rinascimento si incrociarono più volte, sia per l’esecuzione di opere in comune sia perché Leonardo fu membro della commissione incaricata di scegliere il posto dove installare proprio il grande David scolpito dal rivale.
L’esecuzione della Gioconda procedette a rilento, anche perché durante il terzo soggiorno fiorentino Leonardo accettò altri incarichi in campo artistico, come il cartone di Sant’Anna o la Battaglia di Anghiari, e in campo ingegneristico-militare, come la costruzione di un canale di deviazione dell’Arno per inondare i nemici di Pisa. In questo periodo si dedicò anche al completamento di alcuni Codici su geometria, idraulica, astronomia, aerodinamica e meccanica.
Nel 1508 Leonardo lasciò Firenze per soggiornare prima a Milano e poi a Roma. Nel 1517 lasciò definitivamente l’Italia per trasferirsi al castello di Clos-Lucé, vicino ad Amboise in Francia, alla corte del re Francesco I. Nei suoi spostamenti portò con sé anche la Gioconda, alla quale continuò a lavorare con ritocchi e modifiche.
Fu proprio in Francia che Leonardo, ormai anziano, ultimò la Gioconda e la mostrò a dei possibili acquirenti. Non si sa chi l’abbia acquistata ma nel 1625 il dipinto era nell’elenco delle opere della casa reale. Dopo la Rivoluzione Francese, Napoleone ne decise il trasferimento al Louvre, dove è ancora conservata e rappresenta l’attrazione principale dello splendido museo parigino.
La tecnica pittorica utilizzata da Leonardo per la Gioconda è perfetta. Non sono visibili segni di pennello sul quadro, il disegno è leggero ma efficace, i colori sono caldi e creano un’atmosfera unica che abbraccia la dama e l’osservatore esterno.
La posa di Monna Lisa, tipica dei ritratti di Leonardo, conferisce eleganza e regalità al soggetto e sarà adottata da moltissimi artisti, come il grande Raffaello. Il paesaggio sullo sfondo è perfetto anche se sfumato, in pieno stile leonardiano.
L’aspetto più famoso riguarda lo sguardo e il sorriso della Gioconda. Leonardo ha realizzato l’opera ragionando su binari paralleli, esprimendo appieno la poliedricità che lo contraddistingue, agendo come ricercatore, filosofo, pittore e poeta.
L’aspetto filosofico dell’opera è rimasto in secondo piano e poco approfondito. Quello formale, invece, ha influenzato in modo determinante la ritrattistica fiorentina dei secoli successivi. La nuova impaginazione e la dignità del modello dovuta all’atteggiamento nobile di Monna Lisa, sono elementi che hanno creato una formula nuova più poetica, ma al tempo stesso più concreta e viva.
Prima di Leonardo da Vinci i ritratti erano privi di mistero, nei quadri veniva rappresentato esclusivamente l’aspetto esteriore, totalmente privo di anima. L’intento di manifestare l’anima era espresso solo attraverso gesti, scritte e oggetti simbolici. Nella Gioconda, invece, l’anima c’è e si avverte, ma non è decifrabile dallo spettatore, il quale rimane affascinato e incuriosito proprio da questo enigma, incarnato dall’ambiguo sorriso di Monna Lisa.
Proprio l’enigma e l’ambiguità del sorriso hanno reso la Gioconda il quadro più famoso del mondo, attirando però anche i gesti di folli che hanno provato a distruggerla più di una volta. Nel 1911 Vincenzo Peruggia, ex-impiegato del Louvre, arrivò addirittura a rubarla dal museo, con l’intento di restituire il capolavoro all’Italia, patria dell’artista che l’aveva realizzata. Per queste ragioni la Gioconda è oggi protetta da una speciale teca di vetro indistruttibile, collegata a sofisticati sistemi di allarme.
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