Leonardo da Vinci

Dama con l'ermellino

Museo Czartoryski, Cracovia - Polonia
Anno: 1488-1490
Tipo: dipinto
Tecnica: olio
Supporto: tavola
Dimensioni: cm 40 x 55

La Dama con l’ermellino è un celebre ritratto eseguito da Leonardo da Vinci che ben rappresenta l’eccezionale livello artistico raggiunto dal genio toscano intorno ai quarant’anni.

Non si hanno notizie precise sulla commissione dell’opera ma si ipotizza che possa essere stata eseguita intorno al 1490, ossia durante il primo e lungo soggiorno di Leonardo a Milano presso la corte di Ludovico il Moro.

La datazione indicativa si deve all’animale ritratto in braccio alla giovane dama: nel 1488, infatti, Ludovico Sforza venne insignito dal Re di Napoli del prestigioso titolo di Cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino. Tuttavia è solo un’ipotesi priva di documentazione, così come lo sono l’identità della dama e la stessa razza dell’animale ritratto.

L’animale, infatti, sembra più un furetto che un ermellino. Nel dipinto, le dimensioni apparenti mostrano un animale di circa 50 centimetri, ossia la grandezza media di un furetto, mentre l’ermellino raramente supera i 30 centimetri. Inoltre l’ermellino è un animale selvatico e aggressivo, praticamente impossibile da addomesticare e molto difficile da trovare, mentre il furetto può essere facilmente addomesticato ed è più diffuso, anche nelle campagne italiane del Quattrocento.

Anche sull’identità della dama si sono fatte varie ipotesi. Una si riferisce a Caterina Sforza, figlia di Galeazzo Maria ucciso in una congiura: le perle nere della collana rappresenterebbero il lutto per la scomparsa del genitore e l’ermellino sarebbe un riferimento allo stemma di famiglia di Giovanni Andrea da Lampugnano, il sicario.  Alla scritta apocrifa “la bele feroniere – Leonard d’Awinci” posta sul quadro si deve un’altra ipotesi, che identifica la dama con Madame Ferron, una delle amanti di Ludovico il Moro. Queste due interpretazioni sono state scartate e l’ipotesi oggi più accreditata si riferisce alla nobile di origini senesi Cecilia Gallerani, altra amante di Ludovico il Moro. L’identificazione con la Gallerani si deve a diversi indizi. Il primo sarebbe l’animale, l’ermellino, il cui nome in greco, galè, sarebbe un riferimento al cognome della dama. Il secondo indizio sarebbe contenuto nel sonetto che Bernardo Bellincioni, poeta contemporaneo di Leonardo anch’egli ospite degli Sforza, scrisse intorno al 1490 proprio sulla bellezza del ritratto: nel sonetto è citata espressamente Cecilia come soggetto del dipinto. Il terzo indizio sarebbe legato al fatto che fu la stessa Cecilia Gallerani a mostrare il ritratto a Isabella d’Este, marchesa di Mantova, la quale ne rimase così affascinata che chiese a Leonardo di essere ritratta, senza però ottenere nulla di più di un disegno preparatorio, oggi conservato al Louvre di Parigi.

Da un punto di vista tecnico-artistico, la Dama con l’ermellino di Leonardo scardina le tradizioni ritrattistiche dell’epoca, il mezzo busto di tre quarti, introducendo il doppio movimento del soggetto: le spalle sono ruotate verso destra mentre la testa è ruotata verso sinistra. La dama sembra guardare l’arrivo di qualcuno ed esprime grazia con il volto e un sottile piacere, dato dal lieve sorriso sulle labbra. La mano della dama, in grande evidenza, è sottile ed elegante mentre accarezza l’animale. Le vesti sono curatissime e ricche di decorazioni, a testimoniare il rango del soggetto.

Nel dipingere l’ermellino, simbolo di purezza e integrità, Leonardo ha cercato l’armonia con la dama. Le figure dei due soggetti sono affini e similmente eleganti, gli sguardi si somigliano e sono volti verso la stessa direzione. L’anatomia dell’animale è perfetta ma prevale l’eleganza sull’aspetto selvatico.

Lo sfondo del dipinto è scuro per esaltare la nobiltà quasi scultorea della dama, ma una recente analisi ai raggi X ha rivelato la presenza di una finestra in secondo piano.

La Dama con l’ermellino e altri dipinti che Leonardo realizzò nello stesso periodo, come il Ritratto di Musico e la Belle Ferronnière, cambiarono le tecniche della ritrattistica dell’epoca diventando tra i primi ritratti moderni della storia dell’arte.

Nel corso del tempo il dipinto andò perduto, fu trafugato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale e ne fu persa l’attribuzione a Leonardo. Oggi la Dama con l’ermellino è normalmente conservata presso il Museo Czartoryski di Cracovia ma, causa chiusura del museo per lavori di restauro, il quadro è stato temporaneamente trasferito presso il Castello Reale di Wawel, sempre a Cracovia.

Da "Leonardo a Milano"

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Da "Primo periodo milanese (1482 – 1490)"

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La destinazione dell'arte del nostro tempo è di tradurre dalla sfera della ragione alla sfera del sentimento la verità che il bene della gente è nell'unione e di instaurare in luogo della violenza attuale quel regno di Dio, cioè quell'amore che si presenta a noi tutti come fine supremo della vita dell'umanità.
Lev Tolstoj


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