Botticelli

Nascita Di Venere

Galleria Degli Uffizi, Firenze
Anno: 1482–1485 circa
Tipo: dipinto
Tecnica: tempera magra
Supporto: tela di lino
Dimensioni: 172 cm × 278 cm

La Nascita di Venere è un grande dipinto di Sandro Botticelli, realizzato intorno al 1485 e conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze non distante dall’altro famoso quadro del maestro, la Primavera, con il quale faceva coppia nella Villa di Castello della famiglia de’ Medici.

Opera emblematica del Rinascimento fiorentino, la Venere è stata forse ispirata da un poema di Poliziano, le Stanze, componimento in ottave realizzato per celebrare Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, vittorioso in un torneo del 1475.

La commissione dell’opera non è certa. Il Vasari ne annota la presenza nella Villa di Castello nel 1550 insieme alla Primavera. All’epoca del Botticelli la villa era di proprietà di due cugini di Lorenzo il Magnifico, Giovanni e Lorenzo de’ Medici detti “i popolani”, il che ha fatto pensare a una loro commissione per i due dipinti. Tuttavia nei registri del periodo 1498 – 1516 non c’è riferimento a opere riconducibili alla Venere, il che fa supporre un possibile trasferimento successivo dell’opera nella villa, all’epoca in cui Cosimo I de’ Medici ne era proprietario.

Anche la data di esecuzione non è certa, oscilla tra il 1482 e il 1485, per alcuni fino al 1487. Le notevoli somiglianze di stile con la Primavera fanno pensare a una realizzazione più o meno contemporanea delle due opere, probabilmente prima e dopo il soggiorno romando di Botticelli del 1481 – 1482, quando fu inviato da Lorenzo il Magnifico alla corte di Sisto IV per realizzare il primissimo ciclo di affreschi della Cappella Sistina insieme ad altri “frescanti”, tra i quali Perugino e il Ghirlandaio.

La tecnica usata da Botticelli per la Venere è quella della tempera magra, ossia colori sciolti in colle naturali, su due tele di lino con aggiunta di gesso blu. Ciò ha permesso di conferire all’opera un aspetto simile a quello dell’affresco, con lucentezza viva dovuta anche all’uso dell’oro.

Il tratto del disegno è morbido, sinuoso ed elegante in tutte le figure, come le onde del mare, i vestiti dei soggetti e i capelli della Venere.

La composizione dell’opera è simmetrica, con un ridotto numero di personaggi posizionati in modo autonomo sulla tela per rendere più arieggiata la rappresentazione. La postura di Venere è basata sul “contrapposto” ed è chiaramente ispirata al modello classico della Venus Pudica.

La prospettiva è poco accentuata, ma l’apparente piattezza è bilanciata dalla grande plasticità volumetrica delle forme dei personaggi che, sebbene apparentemente immobili, mostrano un particolare senso di movimento grazie alle pose e ai dettagli con i quali Botticelli li ha realizzati, come la sensazione di instabilità mostrata dalla conchiglia.

Le proporzioni anatomiche della Venere non sono perfette mentre lo sono quelle del volto che, insieme alla pelle chiara della dea, simboleggia proprio la purezza e la bellezza spirituale della donna che prevalgono sull’estetica.

Nelle vesti e nei capelli dei soggetti è visibile il vento soffiato da Zefiro e Aura, la brezza, che sospingono la dea sopra la conchiglia verso la riva. Flora, dea della primavera, accoglie Venere con un velo fiorito.

Gli sguardi dei personaggi esprimono serenità accompagnata da una certa malinconia, tratti tipici dello stile del Botticelli.

Sul significato dell’opera si sono espressi molti critici. L’immagine potrebbe rappresentare l’ideale di bellezza spirituale di origine neoplatonica, o anche l’amore divino che avanza sulle acque pure dando vita alla natura.

Da "Botticelli"

[...] sa dei contorni dà vigore al senso del moto, come nella Primavera del 1478 e nella Nascita di Venere del 1485, entrambe agli Uffizi, opere molto vicine alla poesia del Poliziano. Il Botticelli espresse la sua arte sempre con gusto elegante e ricercato, in piena armo [...]

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Anatole France


Quando tutto è arte niente è arte.
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