La Pala degli Oddi, nota anche come Incoronazione della Vergine, è uno dei primi capolavori del giovanissimo Raffaello, realizzato agli inizi del 1500.
Nel 1499 Raffaello si era trasferito a Città di Castello per avviare una sua bottega insieme ad alcuni aiutanti del padre defunto, noto pittore di Urbino. Poco dopo, a soli sedici anni, ricevette la prima commissione per lo Stendardo della Santissima Trinità, richiesto dall’omonima chiesa locale.
La bellezza dello Stendardo fece notizia e Raffaello iniziò subito a ricevere molti incarichi, anche grazie alla partenza dalla città dell’unico artista concorrente, Luca Signorelli.
Le nuove opere realizzate, come la Madonna Solly o la Crocifissione Gavari, resero il giovane artista ancora più noto e richiesto, anche al di fuori di Città di Castello.
Nel 1502, infatti, il nobile casato perugino degli Oddi gli commissionò una pala d’altare per la cappella di famiglia presso la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia.
Raffaello realizzò l’opera in contemporanea con altre commissioni che aveva ricevuto nello stesso periodo. La pala, alta circa un metro e mezzo, comprendeva la struttura centrale con l’Incoronazione della Vergine e una predella a tre scomparti raffiguranti l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio.
Per rappresentare l’Incoronazione della Vergine, Raffaello ha adottato un modello consueto dell’epoca, con la divisione in due parti della pala. Nella parte alta la Madonna riceve la corona da Gesù tra angeli musicanti e cherubini: l’immagine si staglia sul cielo e poggia su un cuscino di nuvole che funge da separazione col mondo terreno sottostante. Nella parte bassa ci sono i dodici apostoli, disposti intorno al sepolcro vuoto mentre osservano dal basso l’incoronazione. Nello sfondo della parte bassa sono raffigurate colline e vegetazione che richiamano i paesaggi dell’Umbria, tipico delle pitture di Raffaello.
Nella predella, l’Annunciazione e la Presentazione al Tempio sono ricche di figure architettoniche realizzate con abile uso della prospettiva. Nell’Adorazione dei Magi, invece, la parte architettonica è praticamente assente ma vi sono molti personaggi messi in pose dinamiche con giochi di sguardi e gesti, come accade anche nella Presentazione al Tempio.
Alcune differenze di stile tra le due sezioni dell’Incoronazione della Vergine ne hanno fatto ipotizzare la realizzazione in due momenti differenti, apparentemente confermata anche da indagini radiografiche e riflettografiche. I soggetti della parte alta sono in pose più statiche con gesti non troppo accentuati, stile molto vicino a quello del Perugino presso il quale il giovanissimo Raffaello aveva affinato la sua tecnica. Nella parte bassa, invece, i personaggi assumono pose più dinamiche con gesti più eloquenti, le fisionomie sono più ricercate e l’impianto compositivo è più robusto, caratteristiche che Raffaello potrebbe aver assorbito nel corso dei viaggi che intraprese nel 1503 tra Roma, Firenze e Siena, durante i quali poté ammirare le opere dei grandi maestri del Rinascimento.
Da un punto di vista stilistico l’influenza del Perugino, riconoscibile nelle prime opere di Raffaello, sembra essere meno evidente nella Pala degli Oddi. Ad eccezione della parte superiore dell’Incoronazione della Vergine, infatti, la parte inferiore della pala e i tre scomparti della predella rivelano già il nascente stile di Raffaello con una composizione più limpida, col sapiente uso della prospettiva, con la freschezza dei colori, con la grazia dei volti e dei gesti dei soggetti.
Portata in Francia nel 1797 da Napoleone, dove venne trasferita su tela, la Pala degli Oddi e la predella sono oggi conservate a Roma, nella Pinacoteca Vaticana. Esistono anche alcuni disegni preparatori, tutti di piccole dimensioni, conservati in vari musei a Stoccolma, Parigi e Oxford.
Da "Raffaello a Roma"
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