Michelangelo

Michelangelo pittore

La predilezione di Michelangelo per la scultura rispetto alle altre arti è nota, tuttavia i suoi primi approcci con l’arte avvennero tramite il disegno.

È proprio mostrando dei disegni al Ghirlandaio che il padre di Michelangelo, Ludovico Buonarroti, lo convinse ad assumerlo presso la sua bottega.

Anche i primi esercizi di apprendimento svolti presso il Ghirlandaio furono di tipo pittorico, come le copie di affreschi e dipinti di Masaccio, Giotto, Pollaiolo, Signorelli e Schongauer, ma all’epoca questa era una consuetudine per tutti i giovani apprendisti.

In alcuni disegni giovanili, tratti da soggetti di Masaccio e Giotto, già era evidente l’importanza che Michelangelo voleva conferire all’aspetto plastico dei soggetti, quasi ad avvicinare l’arte pittorica a quella scultorea. Tuttavia le sue prime vere opere furono sculture in legno, bronzo e marmo.

Nel 1497, quando la sua fama di scultore iniziava a diffondersi grazie alla statua di Bacco, Michelangelo ottenne la prima commissione per un dipinto: si tratta dell’incompiuta Madonna di Manchester, nella quale si individua facilmente l’approccio scultoreo che caratterizzò l’opera pittorica del maestro.

Un secondo dipinto incompiuto fu la Deposizione di Cristo nel Sepolcro per la Chiesa di Sant’Agostino, del 1500.

Tra il 1503 e il 1508 Michelangelo creò il suo primo capolavoro pittorico compiuto: si tratta del Tondo Doni, detto anche Sacra Famiglia. L’opera presenta un’architettura sapiente, con movimenti decisi delle figure plasticamente raffigurate al centro del tondo con colori brillanti.

Quando la fama del giovane Michelangelo era ormai assoluta, grazie a capolavori come la Pietà Vaticana e il David, nel 1504 venne incaricato dal Gonfaloniere della Repubblica di decorare una delle pareti del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Il soggetto era la Battaglia di Cascina, che andava dipinta nella parete opposta a quella dove Leonardo doveva affrescare la Battaglia di Anghiari.

Entrambi gli affreschi non furono realizzati, ma il cartone preparatorio di Michelangelo fu copiato da artisti che si recarono in loco per studiarlo, tra i quali manieristi come Pontormo e un grande del Rinascimento come Raffaello.

Nel 1508 venne chiamato per un’altra impresa pittorica: l’affresco della volta della Cappella Sistina. Oltre alle difficoltà legate alle dimensioni della volta, quasi 500 metri quadrati distribuiti su forma convessa, Michelangelo dovette resistere ai disagi della sgradevole posizione supina che doveva assumere per dipingere, oltre alla scarsa illuminazione dell’ambiente.

Ciononostante completò l’opera senza aiuti, in meno di quattro anni. Quando fu inaugurata, i contemporanei non poterono far altro che celebrare il suo genio assoluto e ineguagliabile.

Ma fu Michelangelo stesso a superarsi quasi trent’anni dopo, nel 1534, quando, non più giovane, dipinse nella Sistina il Giudizio Universale. Nel Giudizio, le figure umane sono circa quattrocento, più di quelle della volta da lui affrescata in gioventù.

Il Giudizio Universale, però, non suscitò solo ammirazione. Venne anche criticato per alcuni eccessi ritenuti immorali per l’epoca, critiche che condussero alla copertura dei nudi da parte di Daniele da Volterra, che per questo venne soprannominato il braghettone.

Otto anni dopo il Giudizio Universale, Michelangelo eseguì le sue ultime opere pittoriche: gli affreschi per la Cappella Paolina, raffiguranti la Conversione di Saulo e la Crocifissione di San Pietro.

Una parigina innamorata smentisce la sua natura e vien meno alla sua funzione: esser di tutti, come un'opera d'arte.
Anatole France
Come il ferro in disuso arrugginisce, così l'inazione sciupa l'intelletto
Michelangelo

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