Michelangelo

Michelangelo e Raffaello

Durante la sua lunga carriera, Michelangelo ebbe diverse occasioni di confronto con Raffaello, terzo genio del Rinascimento.

Anche l’artista di Urbino, più giovane di Michelangelo di otto anni, dimostrò la sua abilità e il suo talento quando era ancora un ragazzo, raggiungendo presto notorietà e fama.

Sebbene Raffaello ebbe una vita breve, morendo giovane molti anni prima di Michelangelo, i due si trovarono spesso a concorrere per le importanti commissioni dei vari mecenati dell’epoca. Per quanto ricchi, infatti, le risorse dei committenti non erano infinite e i due artisti si trovarono spesso in competizione, direttamente o tramite altri artisti, sovente con la vittoria di Michelangelo.

Raffaello ha sempre dimostrato ammirazione per l’arte di Michelangelo, ispirandosi spesso alle opere del rivale e arrivando anche a modificare il suo stile, per avvicinarlo a quello dell’artista più famoso dei suoi tempi.

Anche il fatto che Raffaello abbia ritratto il Buonarroti nell’affresco della Stanza della Segnatura in Vaticano, inserendolo nella scena della Scuola di Atene nelle vesti di Eraclito, testimonia la stima che il giovane artista aveva per l’affermato maestro.

Michelangelo, invece, ha sempre visto Raffaello come un avversario nell’assegnazione delle commissioni. In una lettera lo cita come causa, insieme al Bramante, delle discordie avute con Giulio II in occasione dei ripensamenti circa il monumento funebre del papa.

La rivalità tra i due più famosi artisti alla corte di Roma fece nascere veri e propri schieramenti contrapposti. Sebastiano del Piombo, talentuoso pittore alla corte dei papi, era sostenitore di Michelangelo, che lo ricambiava aiutandolo nelle opere, come accadde per la Pietà di Viterbo.

L’aiuto al del Piombo fu ancora più evidente quando si trattò di competere direttamente con Raffaello, come accadde nel 1516, in occasione di una doppia commissione del cardinale Giulio de’ Medici per due pale d’altare. Michelangelo offrì un consistente supporto a Sebastiano, disegnando le due figure principali della Resurrezione di Lazzaro, oggi conservata alla National Gallery di Londra. In quell’occasione, Michelangelo accusò Raffaello di comportamenti scorretti verso il del Piombo, come scrisse in una lettera a Leonardo Sellaio.

Un altro curioso aneddoto, che alcuni considerano non vero, racconta della convivenza tra i tre artisti a Roma. Sembra che durante i lavori per le decorazioni di Villa Farnesina, che Raffaello stava eseguendo per conto di Agostino Chigi, Michelangelo, approfittando dell’assenza del rivale, andò a trovare l’amico Sebastiano del Piombo, anche lui a lavoro nella villa. Nell’ammirare i dipinti di Raffaello, Michelangelo non resistette alla tentazione di disegnare una bellissima grande testa con un carboncino. Appena rientrato, Raffaello si accorse subito dell’aggiunta. Nonostante l’arrabbiatura, avendo capito che solo la mano di un maestro come Michelangelo poteva aver fatto quel disegno così bello e perfetto, Raffaello decise di non cancellarlo e diede disposizioni affinché fosse preservato così com’era, dove ancora oggi si può ammirare.

L'arte, come la teologia, è una frode ben confezionata.
Philip K. Dick
Se invece di prendere sul serio l'arte, la prendessimo per quel che è, come intrattenimento, un gioco, una diversione, l'opera artistica guadagnerebbe così tutta la sua ammaliante riverberazione.
José Ortega y Gasset

Il Rinascimento

Il Rinascimento si sviluppò tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna a partire da Firenze, in un arco di tempo iniziato dalla seconda metà del 1300 circa fino a tutto il XVI secolo, le differenze cronologiche secon...

<