Michelangelo

Michelangelo a Bologna

Michelangelo ebbe occasione di recarsi a Bologna due volte e, in entrambi i casi, lasciò due opere scultoree.

La prima volta fu nel 1494, quando fuggì da Firenze temendo per la propria incolumità. I fiorentini avevano cacciato Piero de’ Medici e avevano instaurato la repubblica d’ispirazione savonaroliana. Data la sua vicinanza con la potente famiglia fiorentina, Michelangelo fuggì per recarsi a Bologna, dove trovò l’ospitalità e la protezione di Giovan Francesco Aldovrandini, amico dei Bentivoglio che allora governavano la città.

Il primo soggiorno bolognese di Michelangelo durò circa un anno, ma ebbe una notevole influenza nella sua maturazione artistica, grazie alla visione di opere d’arte diverse da quelle della tradizione fiorentina.

Probabilmente i rilievi della Porta Magna di San Petronio, di Jacopo della Quercia, lo colpirono per l’effetto di “forza trattenuta”, dovuto alle differenze tra parti piane e parti smussate, e alla forma massiccia dei personaggi, scolpiti in gesti evidenti e posizioni dinamiche.

Anche le sculture di Niccolò dell’Arca, come il Compianto sul Cristo morto, devono averlo influenzato, così come l’incontro con le opere della pittura ferrarese di Francesco del Cossa ed Ercole de Roberti, come il Polittico Griffoni, gli affreschi della cappella Garganelli e la Pietà.

Durante il primo soggiorno, grazie all’intercessione dell’Aldrovandini, Michelangelo si occupò del completamento della prestigiosa Arca di San Domenico, monumentale scultura iniziata da Nicola Pisano e Niccolò dell’Arca, conservata nell’omonima basilica bolognese. Per l’Arca, realizzo un San Procolo, un Angelo reggicandelabro e un San Petronio.

Il secondo soggiorno bolognese avvenne alla fine del 1506, in occasione della visita di Giulio II alla città che aveva appena conquistato cacciando i Bentivoglio.

In quel periodo i rapporti tra il Papa guerriero e l’artista erano piuttosto tesi, per via del ripensamento del pontefice rispetto al suo monumento funebre, che aveva indotto Michelangelo, adirato eumiliato dal cambio d’idea del Papa, ad allontanarsi dalla corte pontificia. Solo le pressioni del gonfaloniere di Firenze, che temeva possibili ritorsioni ai danni della sua città, convinsero l’artista a riconciliarsi con Giulio II.

La riappacificazione avvenne proprio a Bologna. In quell’occasione, Giulio II commissionò a Michelangelo la realizzazione di un bronzo con il suo ritratto per la chiesa di San Petronio.

L’artista restò a Bologna giusto il tempo richiesto dalla realizzazione del busto. Nel febbraio 1508 l’opera venne ultimata e collocata nella posizione prescelta, ma non vi restò a lungo. I bolognesi, infatti, non la amavano, per via dell’espressione minacciosa del Papa conquistatore, e durante la rivolta dalla città e il rientro dei Bentivoglio del 1511, il busto di Giulio II benedicente fu distrutto.

Sembra che i rottami dell’opera furono spediti ad Alfonso d’Este, duca di Ferrara e avversario del Papa. In spregio al rivale, il duca decise di fondere il metallo per farne un pezzo d’artiglieria, battezzato “la Giulia”, e conservò la testa del pontefice in un armadio.

Una passione sfrenata per l'arte è un cancro che divora ogni altra cosa.
Charles Baudelaire
Questo omo ha una somma pazzia, cioè che sempre stenta per non istentare, e la vita se li fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
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